Usa: taglieremo emissioni del 50% entro prossimi 10 anni. Draghi: grazie Biden

22 aprile 2021

Gli Stati Uniti tornano protagonisti nella lotta contro il cambiamento climatico. Lo fanno con un vertice che riunisce i leader di tutto il mondo, l’Onu, le associazioni e segna un nuovo inizio dopo la parentesi Trump, negazionista sul tema e artefice dell’uscita degli Usa dagli accordi sul clima di Parigi. “Siamo tornati” dicono questi due giorni di summit, aperti dalla vicepresidente Kamala Harris. “Veniamo tutti da posti molto diversi, ma condividiamo questa preoccupazione comune”, ha detto in un discorso con qualche problema di audio poi risolto, avvio di un vertice tutto virtuale, con i leader collegati da tutto il mondo, dalla Russia alla Cina, al di là dei contrasti diplomatici: un vertice reso il più possibile fruibile da chiunque, con i singoli discorsi disponibili in breve tempo sui social.

Poi Harris ha passato la parola al presidente Joe Biden. “Nessuna nazione può risolvere questa crisi da sola, dobbiamo farlo tutti noi, in particolare quelli che rappresentano le economie maggiori” ha detto invitando ad agire ora perché “il prossimo decennio è decisivo” e confermando che gli Stati Uniti ridurranno del 50% le emissioni di gas serra il 2030 rispetto ai livelli del 2005. Il capo della Casa Bianca, ha tuttavia ribadito che “il costo dell’inazione continua a crescere” e gli Stati Uniti si impegnano a contrastare i cambiamenti climatici, puntando pure sulla creazione di posti di lavoro “per tagliare le emissioni della metà entro la fine del decennio”. “Dobbiamo farci avanti” perché “è un decennio decisivo”, ha aggiunto Biden sottolineando che “i nostri Paesi da adesso a Glasgow (Cop26) lanceranno il nostro mondo verso il successo” e questo “è un momento di straordinarie possibilità”.

Gran Bretagna

Il primo ministro britannico Boris Johnson ha aperto il suo intervento al summit sul Clima voluto dal presidente Biden ringraziando l’inquilino della Casa Bianca aver riportato gli Stati Uniti in prima linea nella lotta per il cambiamento climatico e definisce “rivoluzionario” il suo annuncio sulla riduzione delle emissioni di gas serra degli Stati Uniti. Il Regno Unito sta facendo lo stesso, ha detto Johnson. “Possiamo farlo insieme in tutto il mondo. Significherà che le nazioni più ricche si uniranno e supereranno l’impegno di 100 miliardi di dollari che hanno già preso nel 2009”. Johnson ha concluso il suo discorso dicendo “possiamo ricostruire meglio, ricostruendo più verde”, riferendosi alla creazione di posti di lavoro che può derivare dalla lotta al cambiamento climatico.

Europa

“Il nostro obiettivo: tagliare le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030”, ha scritto su Twitter la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a pochi minuti dall’inizio del summit sul clima organizzato dal presidente americano Joe Biden. “A giugno rilanceremo le nostre politiche per il clima e l’energa per renderle #Fitfor55. Per raggiungere l’obiettivo avremo oggi un primo dibattito. E siamo lieti di presentare gli obiettivi climatici dell’Ue” al summit. “Gli accordi sul clima di Parigi sono l’assicurazione sulla vita dell’umanità: a Glasgow dobbiamo dimostrare di essere pronti a nuove iniziative, siamo pericolosamente vicini ad un aumento di 1,5 gradi” ha ricordato invece la presidente della Commissione europea, intervenendo alla Conferenza sul Clima organizzata dalla Casa Bianca.

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“La lotta al riscaldamento globale è una grande opportunità per l’economia e per questo il 30% dell Recovey plan europeo è riservato a obbiettivi legati al clima: la lotta al riscaldamento globale sarà il mototre del recupero globale” ha sottolineato Von der Leyen ricordando come proprio la sua Commissione abbia lanciato il Gren Deal europeo. “L’Europa vuole essere il primo continente carbon-neutral nel mondo, ma per per vincere questa battaglia abbiamo bisogno del mondo: lavoriamo insieme per una responsabilità condivisa e un’azione congiunta, questo è ciò di cui ha bisogno il pianeta”, ha continuato la Presidente della Commissione. Infine, Von der Leyen ha accolto con soddisfazione il ritorno degli Stati Uniti al pieno impegno contro il riscaldamento globale: “Insieme, potremo fare di più ed arrivare più lontano”.

Italia

“Grazie al presidente Biden per la sua leadership” per l’ambiente e il cambiamento climatico, “è un cambiamemento completo, ora confidiamo che insieme possiamo vincere questa sfida”, ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo al Leaders Summit on Climate. “Vogliamo agire ora, non avere rimpianti dopo” ha sottolineato il premier, convinto che per combattere il cambiamento climatico “le azioni prese fino a questo momento sono state insufficienti” e dunque “dobbiamo invertire la rotta e farlo presto”. Per Draghi, “l’Italia è un Paese bello ma molto fragile. La battaglia per il cambiamento climatico è una battaglia per la nostra storia e per i nostri paesaggi”.

Germania

“È bello vedere che gli Stati Uniti sono tornati a far parte della lotta internazionale contro il riscaldamento globale”: lo ha affermato la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, intervenuto alla Conferenza sul Clima organizzata dalla Casa Bianca. Merkel ha sottolineato come la Germania intenda abbandonare il carbone entro il 2030, e come già adesso ottenga il 46% della propria elettricità da energie rinnovabili, infine, la Cancelliera ha fatto notare come i Paesi industrializzati debbano essere solidali con i Paesi in via di sviluppo, aumentando i finanziamenti: “Vogliamo che la Cop26 di Glasgow sia un successo”, ha concluso.

Francia

Dopo qualche problema tecnico anche il presidente francese Emmanuel Macron è potuto intervenire al summit sul Clima voluto dal presidenre Usa Biden. Dopo essersi felicitato per il rinnovato impegno Usa sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici, Macron ha sottolineato la decisività e l’urgenza di un’azione politica globale sui temi del clima. “Passiamo più rapidamente all’innovazione e alle tecnologie dirompenti”, ha afferma Macron, che si è posizionato come un attore chiave nella lotta per il clima globale. Il leader francese ha chiesto anche una maggiore cooperazione con il settore finanziario e ha inviato gli alleati aportare avanti un mandato per la giustizia sociale nel lavoro svolto per frenare il cambiamento climatico. “Spetta ai paesi più grandi del mondo sviluppare il quadro per puntare all’azzeramento da emissioni di carbonio, ha quindi osservato. La lotta è comune a tutti – ha concluso Macron – lottiamo per salvare il nostro pianeta”.

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Russia

“La nostra discussione di oggi dimostra quanto condividiamo le preoccupazioni riguardo al riscaldamento globale: se questo sforzo sarà coronato o meno dal successo determinerà il futuro del nostro pianeta e il benessere dei nostri cittadini”: lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin, intervenuto alla Conferenza sul Clima organizzata dalla Casa Bianca. La Russia “prende i propri impegni internazionali con la massima responsabilità, e mi riferisco in particolare ai Protocolli di Kyoto e agli accordi di Parigi” ha continuato Putin, sottolineando come Mosca abbia “ridotto le emissioni più di altri Paesi, sono dimezzate rispetto agli anni Novanta: il 45% dell’energia è da fonti a basse emissioni, compreso il nucleare”. Tuttavia, “non è sufficiente affrontare il problema delle nuove emissioni, ma anche assorbire il CO2 che si è accumulato nell’atmosfera nel corso dei secoli”: “Dobbiamo tenere a mente ogni fattore che contribuisce al riscaldamento globale, come ad esempio le emissioni di metano”, ha continuato il Presidente russo. “La Russia è interessata alla cooperazione internazionale per dare soluzione al riscaldamento globale e alle altre sfide globali”, ha concluso Putin.

Cina

Il presidente cinese Xi Jinping, partecipando oggi al summit virtuale dei leader mondiali sul clima promosso dal presidente degli Stati uniti Joe Biden, ha annunciato che quello dell’ambiente è un terreno su cui la Cina intende collaborare con gli Usa in un momento in cui le relazioni tra Pechino e Washington sono in piena tempesta. La Cina ha detto ancora Xi, “guarda avanti per lavorare con la comunità internazionale, compresi gli Stati uniti per far avanzare congiuntamente la governance climatica mondiale”. Il presidente cinese non ha fatto oggi nuovi annunci ha ribadito oggi, nel summit virtuale dei leader per il clima convocato dal presidente Joe Biden, gli obiettivi posti dal governo di Pechino sulla via della decarbonizzazione: picco delle emissioni entro il 2030 e decarbonizzazione entro il 2060.

“La Cina si è impegnata ad arrivare dal picco delle emissioni alla neutralità in un tempo più breve di qualsiasi altro paese”, ha rivendicato il presidente cinese. “Dobbiamo proteggere la natura e preservare l’ambiente come proteggiamo i nostri occhi”, ha detto Xi intervenendo al summit. “Dobbiamo promuovere uno sviluppo verde: le montagne verdi sono buone montagne. Proteggere l’ambiente vuol dire proteggere laq produttività e migliorare l’ambiente vuol dire rafforzare la produttività”, ha continuato il leader cinese.

Xi ha chiesto un impegno a una “governance sistemica” e un approccio all’ambiente “incentrato sulle persone”. E ha aggiunto: “Dobbiamo spingere per una equità sociale e giustizia nel corso della transizione verde e accrescere il senso di benessere, felicità e sicurezza delle persone”. Un altro aspetto evidenziato dal presidente cinese è la necessità di “essere vincolati al multilateralismo”, al lavoro “sulla base della legge internazionale” e seguendo “i principi di equità e giustizia”, focalizzandosi sulle “azioni efficaci”. Un sistema incentrato sull’Onu. Per quanto riguarda le responsabilità, Xi Jinping ha chiesto un sistema in cui esse siano “comuni ma differenziate” tra i paesi avanzati e quelli in via di sviluppo, che deve essere una “pietra miliare nella governance climatica globale”. Bisogna dare “riconoscimento al contributo dei paesi in via di sviluppo all’azione per il clima e rispondere alle loro particolari difficoltà e preoccupazioni”. Mentre i “paesi sviluppati devono accrescere le loro ambizioni e la loro azione e fare sforzi concreti per aiutare i paesi in via di sviluppo ad accelerare la transizione verso economie verdi e a basso consumo di carbonio”.

Giappone

Il primo ministro giapponese Yoshihide Suga ha posto un obiettivo di taglio delle emissioni di gas serra del 46 per cento del valore del 2013 entro il 2030. L’annuncio è avvenuto a pochi minuti dall’inizio del summit virtuale indetto dal presidente Usa Joe Biden che ha ospitato 40 leader mondiali sul tema del clima e della decarbonizzazione. “In coerenza con il nuovo ambizioso obiettivo del 2050, noi puntiamo a ridurre ke emissioni di gas del 46% del valore del 2013 nel 2030”, ha dichiarato. “Lanciamo una nuova sfida, quella di raggiungere l’obiettivo del 2050. Farò questa promessa alla comunità internazionale al summit di oggi”, ha aggiunto Suga. Il precedente obiettivo era il 26 per cento rispetto al 2013, quando le emissioni nipponiche hanno raggiunto un picco. Il Giappone, la terza economia del mondo, ha segnato finora il passo in quanto a taglio di emissioni rispetto, per esempio, all’Unione europea, che ha ridotto le emissioni tra il 1990 e il 2018 del 22,5 per cento, mentre il Giappone ha tagliato solo del 2,5 per cento.

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Brasile

Il presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, la cui politica di disboscamento dell’Amazzonia è stata a più riprese criticata dalle associazioni ambientaliste, cambia accenti almeno in apparenza alla conferenza sul clima voluta dal presidente Usa Biden. Il Brasile, afferma Bolsonaro, è “in prima linea” nella lotta e contribuisce a meno del 3% delle emissioni climatiche globali ogni anno nonostante abbia una popolazione numerosa. Bolsonaro evoca “una rivoluzione verde” nella campagna brasiliana, costruita su pratiche agricole sostenibili, e argomenta: “Produciamo di più utilizzando meno risorse, il che rende l’agricoltura brasiliana una delle più sostenibili del pianeta”. Bolsonaro ha attirato molte critiche per le sue politiche ambientali, in particolare nella foresta pluviale amazzonica, e per il suo rifiuto di rispettare gli obiettivi climatici del paese presi in precedenza. Ma, nel suo intervento, Bolsonaro nega la cosa. Gli organismi per la tutela dell’ambiente, sostiene, sono stati rafforzati sotto il suo mandato anche se ribadisce di voler difendere “il diritto allo sviluppo” in Brasile come in altri paesi.

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