Donald Trump e Kim Jong Un stanno facendo gli ultimi preparativi alla vigilia dello storico summit che li vedrà domani faccia a faccia a Singapore. Sarà la prima volta che un leader nordcoreano e un capo della Casa bianca in carica avranno un incontro diretto e l’accidentato percorso che ha avuto questo vertice fa pensare che entrambi facciano sul serio. “Io penso solo che si svilupperà molto bene”, ha detto Trump a un pranzo di lavoro con il primo ministro di Singapore Lee Hsien Loong.
Contemporaneamente, dietro le cortine, gli “sherpa” delle due parti si sono incontrati per tre ore in un hotel neutrale per cercare di colmare il divario tra la posizione Usa e quella nordcoreana relativamente a come dovrà essere la “denuclearizzazione” della Penisola coreana. La messa in programma del summit di domani ha rappresentato una spettacolare inversione “a U” delle due parti, che per lungo tempo si sono insultate, con Trump che aveva promesso “fuoco e rabbia” sulla Corea del Nord e Kim che aveva bollato come “un rimbambito statunitense mentalmente squilibrato”. Domani, però, di due s’incontreranno: prima in un faccia-a-faccia a due a porte chiuse, poi in una riunione allargata ai principali collaboratori di entrambi, ha spiegato un funzionario Usa. Un alto esponente della Casa bianca ha detto che Trump si “sente bene” e che il summit non ha un esito già segnato. “Potrebbe essere di due giorni. Parleranno per tutto il tempo necessario”, ha detto il funzionario, che ha chiesto di restare anonimo.
Gli Usa chiedono una denuclearizzazione completa, verificabile e irreversibile della Corea del Nord prima di concedere qualcosa sul fronte delle sanzioni, mentre Pyongyang chiede garanzie di sicurezza e la fine della “politica ostile” nei suoi confronti. Non è chiaro quanto intenda spingersi sul fronte della denuclearizzazione, di certo vuole che i suoi passi siano accompagnati da paragonabili concessioni dall’altra parte. D’altronde, anche un eventuale esito positivo, andrà poi misurato sui fatti: il precedente formato a sei aveva portato ad accordi poi non rispettati. Trump, dal canto suo, ha chiarito che il summit di domani sarà l’inizio di un “processo”, fatto di diversi incontri. Ma, imbarcandosi per Singapore, ha anche detto che Pyongyang ha “una singola occasione” per ottenere la pace. E che lui capirà “entro il primo minuto” se è possibile un accordo. “E’ una gran cosa essere a Singapore, c’è eccitazione nell’aria!” ha twittato stamani il presidente americano.
La Corea del Nord ha richiesto questo incontro per anni, ma gli analisti temono che possa trattarsi più di uno spettacolo per i media che di un vertice con conseguenze durature. Kim intende scambiare con Trump “idee ad ampio spettro e profonde” su questioni come “costruire un meccanismo permanente e duraturo per mantenere la pace nella Penisola coreana” e per “realizzar(ne) la denuclearizzazione”, si legge in una nota dell’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana KCNA, che ha definito “storico” il summit, destinato a “un cambio d’era”. Per la prima volta l’agenzia si è riferita a Trump scrivendone il nome completo, compresa l’iniziale di mezzo. Il giornale Rodong sinmun, organo del Partito dei lavoratori coreani, ha deidcato le sue prime due pagine e 16 foto al viaggio di Kim, comprese le immagini del leader che saliva a bordo del Boeing 747 dell’Air China col quale ha raggiunto Singapore. La sorella e lo stretto collaboratore Kim Yo Jong sono anche nel paese e sembra che abbiano viaggiato sul vecchio Ilyushin-62 di costruzione sovietica, che è l’aereo personale del leader nordcoreano. askanews