Le decisioni fondamentali sono state prese, mancano alcuni dettagli (non di poco conto), ma Mario Draghi vuol chiudere la partita del nuovo decreto con le misure per contrastare la quarta ondata del Covid, a partire dal cosiddetto “super green pass”. I tecnici di Palazzo Chigi e del ministero della Salute sono ancora al lavoro per definire il provvedimento che oggi andrà nella cabina di regia politica, con l’obiettivo di passare poi subito in Consiglio dei ministri. Il nuovo certificato verde sarà ottenibile solo da chi ha completato il ciclo vaccinale e permetterà l’accesso ai luoghi della socialità come cinema, teatri, piscine, ristoranti, bar, palestre.
Con il tampone rapido (sulla cui efficacia crescono i dubbi, in particolare per la rilevazione delle ultime varianti del virus) sarà ancora possibile andare a lavorare e spostarsi. I dubbi per il super green pass riguardano tempistiche e aree di applicazione. La linea più “hard” porterebbe a una attuazione sostanzialmente immediata, già da lunedì prossimo, su tutto il territorio nazionale, anche in zona bianca. Questa, secondo quanto si apprende da fonti di governo, sembra al momento l’ipotesi prevalente, anche se ci sono alcuni fautori di una strategia più “soft” che prevederebbe di far scattare le nuove misure solo nelle zone “colorate” e dai primi di dicembre, per permettere di organizzare i controlli (ma anche per dare ai “ritardatari” un po’ di tempo per vaccinarsi).
Se questi sono i nodi ancora da sciogliere, sulla sostanza e la ratio del provvedimento c’è un generale accordo politico. Una ‘stretta’ decisa per evitare che la situazione sfugga di mano (come sta accadendo in Austria, Germania, Paesi Bassi) è stata chiesta da quasi tutti i governatori, compresi quelli della Lega. E a proposito del Carroccio, anche Matteo Salvini non sembra intenzionato a mettersi più di tanto di traverso. Il leader leghista ha avuto un confronto con i governatori, al termine del quale è stato fatto trapelare che “si lavora insieme con il governo, con buonsenso, per evitare chiusure, eccessive complicazioni per gli italiani e messaggi allarmistici”. Da Salvini viene in pratica posto solo un ‘paletto’: “Un secco no al Green Pass per gli under 12”.
Per il resto, dopo la decisione di ridurre a 5 mesi il richiamo per la terza dose, nel decreto entrerà l’obbligo per il personale sanitario e i lavoratori delle Rsa mentre è ancora da discutere che questo avvenga anche per forze dell’ordine, insegnanti e personale della pubblica amministrazione, almeno quello a contatto con il pubblico. Da subito ci saranno anche maggiori controlli su chi arriva da Paesi “a rischio”.