“Švanda dudák” (“Svanda il suonatore di cornamusa”) di Jaromír Weinberger (1896-1967) debutta in prima italiana il prossimo 19 ottobre al Teatro Massimo di Palermo in un sontuoso allestimento della Semperoper di Dresda. Il libretto è in ceco con sopratitoli in italiano. Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo, Mikhail Agrest, regia di Axel Köhler, scene di Arne Walther, costumi di Henrike Bromber, coreografo e assistente alla regia Gaetano Posterino; il Coro (diretto da Piero Monti) e il Corpo di ballo del Teatro Massimo. Interpreti vocali Vladimír Chmelo e Pavol Kubáň nel ruolo di Švanda; Marjorie Owens e Isabela Matula in quello di Dorotka; Babinský è invece interpretato da L’udovít Ludha e Peter Berger, La Regina Cuordighiaccio è Anna Maria Chiuri; Lo Stregone Roberto Abbondanza; Il Giudice – Luogotenente dell’inferno e Primo Lanzichenecco Alfio Marletta; Il Boia e Famulo del Diavolo Timothy Oliver; Il Diavolo Michael Eder; Secondo Lanzichenecco Gianfranco Giordano / Cosimo Diano.
Opera poco conosciuta fuori dai confini della attuale Repubblica Ceca e comunque dei paesi dell’Europa orientale dove è invece assai celebre, “Švanda dudák” è un’opera dai temi fortemente radicati nella cultura popolare boema, in cui convergono melodie popolari, spunti jazz, idee di matrice pucciniana e riferimenti alla tradizione colta di Smetana e Dvorak. La storia della sua ricezione è legata quindi a un solo “difetto”: è opera nata fuori dal suo tempo. Nel 1927, anno del debutto a Praga, la scena culturale era dominata dall’espressionismo. Apprezzata dal pubblico per il soggetto e per la varietà musicale (si contano nei primi 3 anni oltre duemila rappresentazioni), l’opera fu bistrattata dalla critica. In Italia si registra una sola esecuzione radiofonica in italiano nella stagione della RAI di Milano del 1958 con il soprano Leyla Gencer nel ruolo della protagonista femminile Dorotka.
Il soggetto dell’opera è tratto da un dramma di Josef Kajetán Tyl, uno degli scrittori più rappresentativi del Romanticismo ceco nonché convinto sostenitore dell’indipendenza della sua terra dall’Impero austro-ungarico; per questo motivo, intorno agli anni Venti del Novecento, era diventato un simbolo per la nascente Cecoslovacchia. Il dramma rielabora alcune fiabe della Boemia meridionale, regione tuttora famosa per i suoi suonatori di cornamusa, e affronta un tema caro al suo autore: la gioia della vita semplice. Si articola in una successione di quadri pittoreschi ricchi di canti e balli popolari, in cui si mescolano elementi magici con riferimenti realistici alla vita quotidiana. Miloš Kareš, amico personale di Weinberger e autore del libretto di “Švanda dudák”, riscrive in modo molto libero il dramma di Tyl, integrandolo con spunti tratti da fiabe slave; riducendo il numero dei personaggi e semplificando la trama suddivisa in due atti.
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[tab title=”Orari spettacoli” ]domenica 19 ottobre 2014 Turno Prime (20:30) – martedì 21 ottobre 2014 Turno S2 (18:30) – mercoledì 22 ottobre 2014 Turno B (18:30) – venerdì 24 ottobre 2014 Turno C (18:30) – sabato 25 ottobre 2014 Turno F (20:30 ) – domenica 26 ottobre 2014 Turno D (17:30) [/tab]
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