E’ finita la ‘caccia’ a Beatrice Di Maio, gettonato e ‘misterioso’ nickname di twitter, che con i suoi cinguettii ha suscitato la dura reazione del Pd. A creare il caso politico, con tanto di interrogazione parlamentare e di esposto in Procura del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Luca Lotti, a sorpresa dei piu’, e’ stata la moglie del capogruppo alla Camera di Forza Italia Renato Brunetta, Titti Giovannoni (foto) che, una volta scoperta, ha tranquillamente ‘confessato’. Giovannoni ammette, sul quotidiano Libero, di essere dietro allo pseudonimo twitter “Beatrice di Maio” che per mesi ha pubblicato centinaia di messaggi critici nei confronti del presidente del Consiglio e del Pd: “Si’, ma lui (Renato Brunetta, ndr) non c’entra in questa storia. Non ha mai saputo nulla di quello che facevo”, spiega. “Ho deciso da sola di entrare su twitter e di usare ovviamente un nick name”. Quanto alla denuncia del sottosegretario, spiega: “Se Lotti si e’ sentito offeso mi dispiace e me ne scuso”. Cosi’ il movimento di Beppe Grillo, che gia’ ha bollato come ridicola l’accusa di una macchina del fango a 5 Stelle, ‘canta vittoria’.
“E’ stata smontata la bufala sul cyber fango, ora chiedete scusa” si legge sul blog di Grillo. Beatrice Di Maio “non e’ ne’ un ghost, ne’ un fake, ne’ un troll, ne’ un algoritmo, ne’ antani con lo scappellamento a destra”. Una figura “del menga di queste proporzioni era difficile da immaginare”. Il Pd “ha sprecato soldi pubblici con un’interrogazione parlando di ‘una macchina del fango automatizzata per colpire” i Dem e per chiedere se Di Battista o Di Maio ne fossero a conoscenza. Altri hanno parlato persino di ‘hacker russi filo M5S’. Le comiche! Oggi nessuno di loro twitta piu'” e la campagna diffamatoria contro M5S deve finire. “I vari Marcucci, Puglisi, Fiano, Morani del Pd oggi non hanno nulla da dichiarare, da twittare, da postare sulla mega bufala della cyber propaganda pro M5s che la settimana scorsa si sono divertiti a cavalcare e gonfiare ad arte solo per infangare il movimento?”, insiste senatrice M5s Barbara Lezzi. Mentre a difesa di Renato Brunetta, ignaro, secondo quanto riferisce la stessa Titti Giovannoni, dei suoi cinguettii scende in campo Silvio Berlusconi: “spiace – dice – che questo clima cosi’ aspro per la campagna referendaria sia stato fatto proprio anche da qualche giornale, come dimostrato quest’oggi da Libero con l’ennesimo attacco personale all’on. Brunetta, della cui amicizia e lealta’ non ho mai dubitato”. Vicenda chiusa? Sicuramente l’account con i cinguettii della discordia non c’e’ piu’, ma uno strascico rimane: la denuncia che potrebbe far consumare un altro capitolo in tribunale.