Storico accordo per salvare il Pianeta: 30 miliardi all’anno ai paesi meno sviluppati
Proteggere almeno il 30% delle terre e dei mari entro il 2030
Al termine di un lungo negoziato alla UN Convention on Biological Diversity (COP15), i Paesi partecipanti hanno raggiunto uno storico accordo per invertire decenni di distruzione ambientale che minacciava le specie e gli ecosistemi del mondo. “Il pacchetto è adottato”, ha dichiarato il presidente del vertice sulla natura COP15, il ministro dell’Ambiente cinese Huang Runqiu, durante una sessione plenaria a tarda notte a Montreal. Secondo quanto annunciato, si tratta di “un patto di pace con la natura” che ha l’obiettivo di proteggere terra e oceani da crisi climatica, inquinamento e degrado provocato dall’uomo. L’intesa, che sblocca 30 miliardi di dollari all’anno in aiuti ai Paesi in via di sviluppo per la protezione dell’ambiente, prevede inoltre la salvaguardia del 30% del pianeta entro il 2030 e il riconoscimento dei popoli indigeni.
La creazione di aree protette che ricoprano oltre il 30% del pianeta, la più nota delle venti misure, è stata presentata come l’equivalente per la biodiversità dell’obiettivo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C. Ad oggi, il 17% delle terre emerse e l’8% dei mari sono protetti. Ma il testo dell’intesa, definita “Accordo di Kunming-Montréal” dà garanzie anche per le popolazioni indigene, custodi dell’80% della biodiversità residua sulla Terra, propone di ripristinare il 30% delle terre degradate e di dimezzare il rischio legato ai pesticidi. E nel tentativo di risolvere la sempre scottante questione finanziaria tra Nord e Sud, la Cina ha proposto anche di raggiungere “almeno 20 miliardi di dollari” di aiuti internazionali annuali per la biodiversità entro il 2025 e “almeno 30 miliardi entro il 2030”. “La maggior parte delle persone afferma che è meglio di quanto ci aspettassimo da entrambe le parti, sia per i paesi ricchi che per quelli in via di sviluppo. È il segno di un buon testo”, ha detto all’Afp Lee White, ministro gabonese dell’Ambiente. Per Masha Kalinina, della Ong Pew Charitable Trusts, “proteggere almeno il 30% delle terre e dei mari entro il 2030 è la nuova stella polare che sarà utilizzata per navigare verso il recupero della natura”.