Politica

Svolta dell’Ue sui migranti, via libera da ministri Interno a proposta francese

Accettare dei ricollocamenti dei migranti irregolari sul proprio territorio oppure pagare contributi finanziari obbligatori: è la scelta che avrebbero gli Stati membri per garantire la loro solidarietà ai paesi dell’Ue più esposti ai flussi migratori, soprattutto quelli, come l’Italia, in prima linea nel Mediterraneo. Parallelamente, gli Stati membri di primo approdo, dovranno accettare la responsabilità di registrare accuratamente le identità e le impronte digitali dei migranti e richiedenti asilo, e di impedire i loro “movimenti secondari” incontrollati verso il Nord Europa. E’ questa, in estrema sintesi, la prima tappa del “nuovo metodo” da applicare alla discussione sul Patto sull’immigrazione e asilo, che la presidenza francese di turno del Consiglio Ue ha presentato oggi, durante la riunione informale dei ministri dell’Interno dell’Unione a Lille. Lo ha riferito il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio informale. Darmanin ha parlato di un “consenso unanime” da parte dei ministri dei Ventisette questo nuovo approccio graduale, per tappe, che ha proposto.

“L’idea – ha detto il ministro francese – è quella di cambiare metodo: la strategia del ‘tutto o niente’ adottata finora non va bene, portava soprattutto al niente”. Questo, ha ricordato, “ha impedito di andare avanti nella discussione sulle questioni più concrete, quando invece le opinioni pubbliche, gli Stati e le popolazioni dell’Ue vorrebbero controllare meglio le frontiere esterne e l’immigrazione, poter rispondere il più presto possibile richiedenti asilo, rimpatriando quelli la cui richiesta non è stata accettata in Europa”. La proposta francese su cui c’è il consenso unanime dei ministri, ha continuato Darmanin “è di non ritirare l’ambizione del Patto sull’immigrazione”, che la Commissione aveva proposto il 23 settembre 2020, e che da allora è rimasta sostanzialmente bloccata in Consiglio, “ma di ricreare la fiducia tappa per tappa”, gradualmente. “Noi immaginiamo tre tappe, che possono durare sei mesi o un anno, vedremo, con una valutazione alla fine di ogni tappa per vedere se gli impegni presi sono stati rispettati, se la fiducia è ritornata e se si può passare alla fase successiva”.

“La prima tappa – ha spiegato ancora il ministro francese – richiederà impegni equilibrati e reciproci, sia sotto l’aspetto della responsabilità che sotto quello della solidarietà. Per la responsabilità, dovranno essere approvati il nuovo Regolamento Ue sullo screening e il regolamento Eurodac per l’interoperabilità dei dati per la registrazione e la sicurezza riguardanti le persone che arrivano alle frontiere dell’Ue”. “Per la solidarietà – ha aggiunto Darmanin -, ci sarà un meccanismo volontario, che pensiamo sarà accettato dalla maggioranza dei paesi membri, per riprendere i ricollocamenti; una sorta di Accordo della Valletta migliorato; chi non vuole i ricollocamenti dovrà fornire un sostegno finanziario importante obbligatorio”. Il ministro ha indicato che le proposte verranno dettagliate e messe sul tavolo del Consiglio a partire dal prossimo mese di marzo, e che nelle tappe successive, tra l’altro, verranno esaminate (“oggettivate”) le differenze fra le leggi nazionali degli Stati membri sul diritto d’asilo. Come ha detto la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, “i richiedenti asilo oggi non dovrebbero circolare nell’Ue” attraversando le fontiere interne, “eppure circolano: dobbiamo rispondere a questo”, ha sottolineato Darmanin.

Il ministro francese ha aggiunto che sono proprio i “movimenti secondari” che oggi, di fatto, sostituiscono e compensano la mancanza di un meccanismo efficace per i ricollocamenti. “C’è una forma di solidarietà – ha affermato – che si esprime nel fatto che non riconduciamo nel paese di primo approdo una gran parte dei migranti orari che arrivano da noi. Lo facciamo per solidarietà europea, ma è anche questa una forma di ricollocamento”. Darmanin, infine, ha riferito che il Consiglio informale di Lille, in cui ieri è intervenuto anche il presidente francese Emmanuel Macron, ha accettato la proposta dell’Eliseo di istituire un “Consiglio politico di Schengen è stata “approvata con un largo consenso” e che “la sua prima riunione si terrà il marzo”. Questo Consiglio politico, secondo la proposta francese, dovrebbe gestire l’area di libera circolazione delle persone di Schengen, sul modello dell’Eurogruppo che gestisce l’Eurozona.

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