Svolta epocale, Cop28 decide di abbandonare combustibili fossili

Svolta epocale, Cop28 decide di abbandonare combustibili fossili
13 dicembre 2023

Nel vertice sul clima tenutosi a Dubai, i leader di quasi 200 nazioni hanno compiuto un passo storico: sostenere l’abbandono delle fonti energetiche fossili. Questa decisione, presa dopo quasi tre decenni di negoziati sul clima delle Nazioni Unite, rappresenta un punto di svolta senza precedenti. È la prima volta che si chiede a tutti i paesi di abbandonare l’uso dei combustibili fossili, sebbene il testo non richieda un’eliminazione graduale, come auspicato da molti governi. Il documento adottato riconosce l’urgenza di riduzioni rapide, profonde e durature delle emissioni per limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C.

La transizione dall’energia fossile verso la neutralità globale entro il 2050 rappresenta il pilastro di questa decisione storica. Questo accordo è stato accolto con entusiasmo dalla stragrande maggioranza dei paesi partecipanti al vertice, evidenziato da una standing ovation dei firmatari presenti. Tuttavia, il testo ha sollevato alcune questioni fondamentali, poiché parla di una “transizione” anziché di un’uscita immediata dai combustibili fossili. Questo termine, secondo Luca Brusà dell’Agenzia Onu sui cambiamenti climatici, rappresenta un punto cruciale: si sottolinea la necessità di ridurre le emissioni, mantenendo i fossili in modo più sostenibile e aprendo la strada alle alternative, inclusi il nucleare e nuove tecnologie come la cattura di carbonio.

 

 

I dubbi sulla “chiamata alla transizione”  

 

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Alcuni osservatori ritengono che questa “chiamata alla transizione” potrebbe indebolire l’accordo, ma al contempo tiene in considerazione le esigenze dei paesi in via di sviluppo, che potrebbero avere ancora bisogno dei combustibili fossili nel loro percorso di crescita. Il commissario europeo al Clima, Wopke Hoekstra, ha dichiarato che questo potrebbe segnare “l’inizio della fine dei combustibili fossili”, un passo significativo per limitare il riscaldamento globale. Anche esponenti come Peter Liese, eurodeputato, e John Kerry, inviato americano per il clima, hanno espresso un giudizio positivo sull’accordo, nonostante le imperfezioni e le sfide geopolitiche attuali.

Questo testo, adottato all’unanimità dopo due settimane di negoziati intensi, invita gli Stati a intraprendere una transizione verso energie alternative entro il 2050, accelerando l’azione in questo decennio cruciale per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero. Tuttavia, le incertezze persistono sulla portata di questa transizione: sebbene si parli del 2050 come obiettivo, non è chiaro se i paesi dovranno eliminare completamente la dipendenza dai combustibili fossili entro quella data. L’accordo si concentra sulla necessità di azioni immediate, come triplicare la capacità di energia rinnovabile e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030, accelerando la transizione dai combustibili fossili in modo giusto ed equo.

 

 

Nonostante questo progresso, resta la consapevolezza che gli impegni attuali sono solo una frazione delle riduzioni necessarie entro il 2030 per mantenere l’aumento della temperatura entro limiti accettabili. Il 2023 è stato segnalato come l’anno più caldo, confermando la sfida urgente che il cambiamento climatico pone alla comunità globale. La COP28, pur rappresentando un passo avanti, rivela la complessità e la difficoltà nel raggiungere consensi su questioni cruciali per il futuro del pianeta. La necessità di azioni concrete e di impegni più stringenti è palese, e il percorso verso una transizione energetica sostenibile richiederà ancora sforzi collettivi e decisioni coraggiose da parte di tutti i paesi del mondo.

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