Svolta Ferrari 2019: lascia Arrivabene, Binotto nuovo team principal

L’ex uomo della Philip Morris non s’è presentato nei suoi uffici. Briatore: “Quando non vinci giusto cambiare” video

Da sinistra Maurizio Arrivabene e Mattia Binotto

Il 2019 della Ferrari parte con la svolta. Mattia Binotto, il papa’ della SF71H, la monoposto della scorsa stagione con cui Sebastian Vettel aveva fatto sperare i tifosi nella prima parte del 2018, prendera’ il posto di Maurizio Arrivabene alla guida della scuderia di Maranello nelle vesti di team principal. Secondo quanto anticipato dalla Gazzetta dello Sport, l’ex uomo della Philip Morris, questa mattina non presente nei suoi uffici nella sede del Cavallino Rampante a Maranello, sarebbe ai saluti.

Secondo la ‘Rosa’, ”forse gia’ oggi potrebbe essere infatti ufficializzato il cambio al vertice della Gestione sportiva, con l’attuale team principal sostituito da quello che fino all’anno scorso era il direttore tecnico della scuderia. Fra i reparti della fabbrica si respirava un’atmosfera di tensione e di incertezza gia’ nelle scorse settimane, prima delle festivita’ natalizie. Poi la svolta, con il mancato rinnovo del contratto di Arrivabene, che fino a settembre sembrava saldamente in sella”.

“Quest’anno la Ferrari aveva le carte in regola per vincere il mondiale e non l’ha fatto. Quando non si vince le cose devono cambiare e immagino che chi guida la Scuderia di Maranello abbia pensato in questo modo”. Lo dice l’ex team manager, Flavio Briatore, campione del mondo con Benetton e Renault, in merito al mancato rinnovo di contratto di Maurizio Arrivabene. “Binotto ha fatto un lavoro eccellente da direttore tecnico, quest’anno la Ferrari aveva una macchina ottima, velocissima e con una gestione diversa dei piloti poteva portare il mondiale a casa – aggiunge Briatore all’Adnkronos-. Vedremo che lavoro farà da team principal, di certo non credo che potrà avere il doppio ruolo team principal e dt, quindi bisognerà vedere anche chi lo sostituirà alla parte tecnica”.

La figura di Binotto a capo della scuderia Ferrari e’ quella del predestinato: nei piani di Marchionne sarebbe dovuta finire proprio cosi’. Il compianto ex presidente del Cavallino Rampante aveva gia’ deciso di puntare per il futuro su Binotto a capo della Gestione Sportiva. Fra loro c’era un filo diretto per le scelte tecniche e non solo. Marchionne si rivolgeva direttamente all’ingegnere di natali svizzeri, che aveva acquistato potere essendo fra i grandi artefici del rilancio della scuderia dopo il primo, fallimentare anno con i motori V6 ibridi. Suo il merito d’aver riportato la Rossa davanti alla Mercedes in termini di prestazioni in gare e in qualifica almeno per la prima parte della stagione che si e’ poi conclusa, pero’, con il trionfo delle Stelle d’Argento e del quattro volte campione del mondo Lewis Hamilton.

CHI E’ BINOTTO

Mattia Binotto, 50 anni, nato in Svizzera, dopo la laurea al Politecnico di Losanna, nel 1995 entra nella Scuderia Ferrari come ingegnere motorista per la squadra e da lì scala tutte le posizioni fino a diventare nel 2016 Chief Technical Officer, il capo degli ingegneri che lavorano sulla macchina. Quella che nelle ultime due stagioni, specie nella prima parte del 2018, aveva dimostrato di poter ambire finalmente al titolo che manca dal 2007. stimato tra i colleghi e dalla concorrenza, dovrà confrontarsi anche anche con i proprietari americani di Liberty Media per far pesare il ruolo del Cavallino per il futuro, con l’arrivo nel 2021 dei nuovi regolamenti.