Una decisa svolta in Libia sarebbe, secondo media libici, stata decisa “in comune” con la formazione di “un governo unitario” da parte dei due principali protagonisti della crisi nel Paese Nordafricano: il capo del governo d’Accordo nazionale (GNA) Fayez al-Sarraj (foto dx) e il generale Khalifa Belqasim Haftar , uomo forte del parlamento di Tobruk, i quali si sono incontrati oggi in Abu Dhabi in una riunione mediata dagli Emirati Arabi Uniti (Uae). Tra i punti che sarebbero stati raggiunti quello di “un incarico a un team congiunto per la formazione di un governo unitario ed elezioni presidenziali e parlamentari da tenersi entro il marzo del 2018”, come riporta un’emittente che cita fonti che definisce “qualificate”. Stando la stessa emittente, gli altri punti rilevanti dell’intesa sono: “La ridefinizione della struttura del Consiglio presidenziale (del GNA) e la creazione di un esercito unificato”; “No alle ingerenze straniere negli affari interni del Paese”; “Affrontare la questione della migrazione e dei rifugiati”. Haftar guida “l’esercito nazionale” del parlamento di Tobruk nell’est del Paese in contrapposizione a quello del GNA riconosciuto dalle Nazioni Unite con sede a Tripoli.
Si tratta del secondo incontro tra i due uomini, dopo quello che ha avuto luogo nel gennaio 2016 poco dopo la nomina di al Sarraj a capo della GNA. “Il generale Khalifa Belqasim Haftar ha incontrato stamane (…) Fayez al-Sarraj in Abu Dhabi grazie ad una mediazione internazionale ed araba”, come ha riferito oggi l’agenzia di stampa ufficiale dell’Uae citando una fonte non meglio precisata. Haftar “aveva lasciato la Libia lunedì sera per una visita ufficiale negli Emirati Arabi Uniti” su invito del capo di Stato degli Emirati, secondo la stessa fonte. Al Sarraj e Haftar dovevano incontrarsi a metà febbraio al Cairo, su iniziativa dell’Egitto, nel tentativo di negoziare modifiche all’accordo politico inter-libico firmato nel dicembre 2015 sotto l’egida delle Nazioni Unite sfociato con la formazione del GNA. Questo accordo, siglato nel Marocco, non prevedeva alcun ruolo per Haftar, le cui forze controllano gran parte della zona orientale della Libia. Ma il controverso generale è diventato un interlocutore indispensabile dopo aver preso il controllo dei principali terminal petroliferi del Paese. Dopo l’incontro abortito al Cairo, Sarraj ha parlato di una “preziosa opportunità” mancata per una “soluzione parziale allo stato di divisione e sofferenza” dei libici. Sei anni dopo la rivolta che pose fine alla dittatura di Gheddafi, la Libia, vittima di insicurezza persistente, un’economia a pezzi e rivalità politiche, resta impantanata in una crisi di transizione interminabile.