Sylvester Stallone, Jon Voight e Mel Gibson “Ambasciatori” a Hollywood per l’era Trump
Una mossa strategica per bilanciare l’influenza progressista nell’industria cinematografica
Negli ultimi sviluppi che mescolano politica e spettacolo, il presidente eletto Donald Trump ha nominato tre icone di Hollywood, Sylvester Stallone, Jon Voight e Mel Gibson, come “ambasciatori speciali” per rappresentare i suoi interessi in un’industria cinematografica nota per la sua inclinazione democratica.
Sylvester Stallone
Nato a New York e ormai 78enne, Stallone è noto per i suoi ruoli iconici in “Rambo” e “Rocky”. Ha recentemente ospitato un gala per il presidente eletto a Mar-a-Lago, Florida, dimostrando il suo sostegno a Trump. Stallone paragona Trump a “un secondo George Washington”, un’affermazione che sottolinea il suo alto grado di ammirazione per il leader politico. Tuttavia, il suo passato è segnato da accuse di violenza sessuale, sebbene mai portate a processo.
Jon Voight
A 86 anni, Voight è stato premiato con la National Medal of Arts durante il primo mandato di Trump. Padre della superstar Angelina Jolie, Voight ha una lunga storia di supporto pubblico per le politiche di Trump, rendendolo una figura controversa in un’industria che tende verso sinistra.
Mel Gibson
Con 69 anni, Gibson è noto non solo per i suoi successi cinematografici ma anche per le sue controversie personali. Accusato di antisemitismo, razzismo, omofobia, alcolismo e violenza domestica, Gibson è anche un noto ultraconservatore. La sua nomina è vista come una mossa per riallineare Hollywood con valori conservatori, sebbene sollevi preoccupazioni riguardo alla reputazione e all’inclusività di questa istituzione culturale.
L’annuncio di Trump
In un post su Truth, il suo social network, Trump ha dichiarato: “Sono onorato di annunciare che Jon Voight, Mel Gibson e Sylvester Stallone saranno ambasciatori speciali in questo posto importante ma molto turbolento che è Hollywood, California. Saranno i miei emissari speciali con l’obiettivo di fare di Hollywood, che ha perso così tanto in quattro anni a favore dei paesi stranieri, un posto più grande, migliore e forte di quanto non lo sia mai stato!”.
Questa mossa è vista come un tentativo di bilanciare l’influenza liberale in un’industria che ha visto molte delle sue stelle, come Taylor Swift, Beyoncé, Bruce Springsteen e George Clooney, schierarsi con la vicepresidente democratica Kamala Harris nelle recenti elezioni presidenziali. L’appuntamento di questi tre attori come ambasciatori solleva diverse questioni riguardo alla direzione politica e culturale di Hollywood.
Mentre alcuni vedono questa come un’opportunità per diversificare le voci all’interno dell’industria, altri temono che l’influenza di figure così polarizzanti possa portare a ulteriori divisioni. La “riscoperta dell’età dell’oro di Hollywood” di cui parla Trump sarà un compito complesso, dato il clima politico attuale e la storia personale degli ambasciatori nominati.