Politica

Mattarella prosegue sua strada tra congedi e commiati

Congedo e commiato. Due termini che non ammettono fraintendimenti e che hanno caratterizzato le ultime ore del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Prima da papa Francesco in Vaticano (una visita definita in origine di congedo ma non chiamata tale nei comunicati successivi al colloquio ma la sostanza non cambia) e poi al Quirinale per gli auguri al corpo diplomatico (e qui rivolto agli ambasciatori il termine commiato è stato scandito chiaramente). Due incontri serviti a confermare, se fosse ancora necessario, l’intenzione di Mattarella di escludere eventuali bis (pieno o a termine) di mandato. Il mondo politico viaggia ancora in ordine sparso, è come se tutti si sentissero orfani di un king maker in grado di favorire quanto meno la scelta di un candidato. Ecco allora che ogni leader detta le sue condizioni, a cominciare dal patriota sollecitato da Meloni a cui risponde Salvini chiarendo che in Italia ci sono 60 milioni di patrioti (e ribadendo che Draghi non deve lasciare palazzo Chigi per il Quirinale). Vengono proposti tavoli attorno a cui far sedere tutti i partiti per cercare un accordo o si pongono veti su questo o quel nome.

Insomma ancora tanta confusione, anche perché è indubbio che la corsa sia partita molto (troppo) presto e ora ogni leader politico è come se fosse un ciclista in surplace, in attesa di capire quando partiranno gli avversari per la volata finale e magari bruciarli al traguardo con uno scatto di reni. Di fronte a tutto ciò l’unica figura che non tentenna, e non attende ma anzi rende evidente la sua scelta, è Sergio Mattarella. In sintonia peraltro con lo spirito che ha caratterizzato il suo settennato: assoluta indipendenza dalle forze politiche, rispetto delle prerogative che la Costituzione assegna al capo dello Stato, riconoscimento non formale ma sostanziale del ruolo del Parlamento. La visita dal papa con i sei nipoti, l’informalità giovanile mostrata dai ragazzi nei confronti del Pontefice, il sorriso e la pacatezza con cui Mattarella si è rivolto, pur trattando argomenti molto seri, alle feluche di tutto il mondo riunite al Quirinale dimostrano la consapevolezza di una strada intrapresa senza alcuna voglia di ritorno. Il mondo politico italiano si interroga, dibatte, si scontra e Mattarella continua per la sua strada. Lunedì prossimo il consueto scambio di auguri natalizi con le più alte cariche dello Stato, dell’imprenditoria, del mondo del lavoro, della società nel suo insieme. Un appuntamento che spesso ha riservato messaggi, indicazioni, sollecitazioni al Paese tutto ben più del rituale messaggio di fine anno. Insomma, lunedì 20 dicembre probabilmente, è lecito aspettarselo, ci sarà un “nuovo passo” nella strada che Mattarella ha intrapreso.

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