Taglio parlamentari, chiuso esame riforma. Oggi Camera la vota. Cosa cambia
Respinti tutti gli emendamenti. Ok senza modifiche ad articolato Senato
L’Aula della Camera ha terminato l’esame degli emendamenti e degli articoli del ddl costituzionale che riduce il numero dei parlamentari. Respinti anche gli ordini del giorno. La seduta è stato quindi sospesa, e l’esame del ddl riprenderà domani a partire dalle 14 con le dichiarazioni di voto e la votazione finale. Tutti respinti gli emendamenti presentati dalle opposizioni, mentre la maggioranza non ne ha presentati. L’articolato è stato quindi approvato conformemente alla versione licenziata dal Senato.
Il provvedimento, in pratica, ridisegna la Camera che avrebbe cosi’ 400 deputati rispetto agli attuali 630, portando a 8 quelli eletti nella circoscrizione Estero (oggi sono 12). Cambiano pure i numeri dei senatori: i 315 di oggi diventerebbero 200, riducendo da 6 a 4 gli eletti fuori dall’Italia. La riforma immaginata dalla maggioranza giallo-verde e che in prima lettura fu votata anche da FI e FdI, mantiene i senatori di diritto alias gli ex presidenti della Repubblica. Mette invece un limite a quelli a vita scelti dal capo dello Stato tra chi ha “illustrato la patria per altissimi meriti”: non potranno essere piu’ di 5. Un fronte su cui in Aula si e’ acceso un po’ il dibattito con Fratelli d’Italia che ha annunciato che non avrebbe votato ne’ quell’articolo ne’ gli emendamenti: “Questa era l’occasione per abolire l’istituto dei senatori a vita”, ha spiegato Emanuele Prisco.
Con l’accetta che si impone sui numeri – secondo Pd, Leu e +Europa – non mancheranno conseguenze sulle funzioni e sul lavoro delle Camere oltre che su questioni collaterali come l’elettorato attivo e passivo e le rappresentanze delle minoranze linguistiche. Da qui le loro proteste e gli emendamenti. A cio’ si aggiunge il rischio di ‘sopravvivenza’ dei partiti con il 5-7% dei voti: in un emendamento il radicale Riccardo Magi di +Europa ha proposto di introdurre una norma transitoria, in attesa che la riforma entri in vigore e che vengano modificati i regolamenti di Camera e Senato, affinche’ quei partiti medio-piccoli possano continuare ad avere un gruppo in Parlamento, nonostante la sforbiciata complessiva sui parlamentari. L’emendamento pero’ e’ stato bocciato.