Partiranno da giugno i tagli alle pensioni d’oro, quelle oltre i 100mila euro l’anno, dopo i ripetuti stop and go degli ultimi anni. A renderlo possibile e’ stata la legge di Bilancio del 2018 mentre a consentirne il via e’ la circolare dell’Inps che rende operative le aliquote per le quote eccedenti le soglie stabilite. La sforbiciata ha valenza dal primo gennaio scorso per i cinque anni successivi ed e’ proporzionale all’assegno percepito. “I trattamenti pensionistici diretti complessivamente eccedenti l’importo di 100.000 euro lordi su base annua sono ridotti di un’aliquota percentuale in proporzione agli importi dei trattamenti pensionistici”, chiarisce l’ultima circolare dell’Inps e la riduzione, particolarmente cara alla parte della maggioranza legata al M5S, iniziera’ dal 15% per la quota di assegni tra 100.000 e 130 mila euro fino ad arrivare al 40% per la quota eccedente oltre i 500 mila euro.
Piu’ nel dettaglio gli importi saranno ridotti del 15% per la quota di importo da 100.000 a 130.000 euro; del 25% per la quota di importo da 130.000 a 200.000 euro; del 30% per la quota di importo da 200.000 a 350.000 euro; del 35% per la quota di importo da 350.000 a 500.000 euro; del 40% per la quota di importo eccedente i 500.000 euro. Ai fini dell’individuazione dell’importo pensionistico complessivo superiore a 100.000 euro rilevano gli importi lordi su base annua di tutti i trattamenti pensionistici diretti a prescindere dal sistema di calcolo adottato per la liquidazione degli stessi. Non sono considerate le pensioni di invalidita’ e quelle riconosciute a vittime del dovere. In taglio riguardera’ esclusivamente gli importi calcolati con sistema retributivo o misto (salve quindi quelle totalmente calcolate con il contributivo). Al momento del varo del cosiddetto prelievo di solidarieta’ il Governo aveva detto di attendersi 415 milioni dal provvedimento.