Rilanciare il dialogo bilaterale e rafforzare le relazioni economiche in settori cruciali, come quello della transizione energetica. A pochi giorni dall’incontro al vertice tra Giorgia Meloni e Xi Jinping, a margine del vertice del G20 a Bali, Antonio Tajani sente l’omologo di Pechino Wang Yi per ribadire la necessità di cooperazione tra Italia e Cina. Pechino resta infatti una potenza strategica per il nostro Paese, nonostante le preoccupazioni sul rispetto dei diritti umani, gli sconvolgimenti geopolitici che stanno interessando le relazioni diplomatiche e commerciali tra gli Stati e le tensioni che animano i rapporti tra Pechino e alcuni dei principali alleati italiani della Nato. Non è un caso che proprio oggi, nel suo intervento alla 68esima Assemblea parlamentare dell’Alleanza atlantica, il segretario generale Jens Stoltenberg abbia avvertito di “non creare nuove dipendenze” facendo riferimento “in particolare” alla Cina. Parlando con l’omologo cinese, Tajani ha auspicato un più agevole accesso dei prodotti alimentari italiani nel mercato cinese. Con 54 miliardi di euro di interscambio nel 2021, un dato in costante crescita dopo le difficoltà causate dalla pandemia, la Cina resta il nostro primo partner commerciale in Asia e un mercato di primaria importanza per le nostre imprese.
Wang, da parte sua, ha rinnovato la disponibilità della Cina di aumentare le importazioni di prodotti italiani di alta qualità e ad accogliere gli investimenti in Cina di più imprese italiane. Ma secondo Pechino, la parte italiana deve continuare a fornire “un ambiente imprenditoriale equo, trasparente e non discriminatorio”. Secondo quanto riferisce una nota del ministero degli Esteri cinese, Pechino sarebbe anche “disponibile a continuare ad incrementare i voli tra i due Paesi per facilitare lo scambio” di persone tra i due Paesi. Wang, d’altra parte, ha confermato che l’Italia resta per la Cina “un Paese europeo importante” e che Pechino “attribuisce grande importanza alle relazioni bilaterali”, ricordando che “il presidente Xi Jinping e il presidente Sergio Mattarella hanno instaurato una profonda fiducia e reciproca amicizia”. “Le economie di Cina e Italia sono molto complementari e la cooperazione tra le due parti è reciprocamente vantaggiosa, ha un enorme spazio potenziale”, ha spiegato il ministro, dicendosi pronto a incentivare gli scambi soprattutto in ambito commerciale, finanziario e tecnologico.
L’Italia, secondo il capo della diplomazia di Pechino, può inoltre svolgere un ruolo “attivo e costruttivo” negli scambi tra la Cina e l’Unione europea. La Repubblica popolare considera sempre “l’Unione europea un partner strategico globale”, ne “sostiene l’indipendenza strategica”. L’auspicio cinese, espresso da Wang Yi a Tajani, è che ci sia un’Europa “stabile e prospera”, così come “stabile” e scevra da ogni condizionamento “dei cambiamenti della situazione internazionale” resta la politica della Cina nei confronti dell’Europa. “Le relazioni tra Cina e Ue non sono rivolte a terzi e non dovrebbero essere soggette a terzi”, ha sottolineato il ministro cinese, auspicando che l’Italia continui a svolgere un “ruolo attivo e costruttivo negli scambi Cina-Ue”. Nel loro colloquio di questa mattina, i due ministri hanno anche passato in rassegna i principali dossier di politica internazionale, soffermandosi in particolare sulla guerra in Ucraina. A questo proposito, Tajani ha rimarcato la necessità di promuovere ogni iniziativa diplomatica per favorire la composizione pacifica del conflitto, e di evitare una pericolosa escalation. Nessun cenno, almeno pubblico, è stato fatto invece sulle tensioni nello Stretto di Taiwan e sul Memorandum d`intesa sulla Via della Seta. L’Italia è stata l`unica nazione del G20 e del mondo occidentale a firmarlo nel 2019. Il tema è delicato: il suo rinnovo è considerato improbabile dal governo di Giorgia Meloni.