Il Movimento dei talebani ha chiesto colloqui diretti con gli Stati Uniti per trovare una “soluzione pacifica” al conflitto in Afghanistan, in un’apparente inversione della politica attuata fino ad oggi e dopo mesi di attacchi crescenti. Le vittime civili sono aumentate negli ultimi mesi nel Paese in coincidenza delle operazioni compiute dai talebani e dal gruppo dello stato islamico, che hanno provocato un enorme spargimento di sangue nelle aree urbane. In un comunicato pubblicato ieri, i talebani hanno lanciato un “invito ai funzionari americani a parlare direttamente presso l’ufficio politico dell’Emirato islamico, allo scopo di raggiungere una soluzione pacifica al dilemma afgano”. Al momento non c’è stata alcuna risposta all’offerta da parte dei funzionari statunitensi, che hanno storicamente insistito sul fatto che ogni colloquio deve includere il governo afgano a Kabul. L’appello per il negoziato arriva un giorno prima della seconda edizione di una conferenza regionale di pace nella capitale afgana, dove i rappresentanti di 25 paesi discuteranno di strategie di lotta al terrorismo e della risoluzione dei conflitti.
“Alla conferenza di Kabul presenteremo un piano di pace globale per i talebani e il Pakistan”, ha dichiarato oggi il presidente afgano Ashraf Ghani. I talebani avevano già pubblicato una lettera aperta al popolo americano e al Congresso degli Stati Uniti all’inizio di febbraio, suggerendo che gli insorti potrebbero essere pronti per i colloqui. L’apparente apertura ai negoziati è inusuale per il gruppo militante, che ha ripetutamente affermato di non volere entrare in trattativa finché le truppe straniere non lasceranno il paese. Svelando la sua nuova strategia in Afghanistan lo scorso agosto, da parte sua, il presidente degli Stati uniti Donald Trump aveva detto che la presenza americana nel Paese era a tempo indeterminato e che Washington avrebbe intensificato i raid mirati contro le roccaforti dei militanti. A gennaio, Trump ha escluso colloqui con i talebani, dopo una serie di attentati a Kabul. Gli attacchi hanno incluso un assalto al lussuoso Hotel Intercontinental della capitale, una bomba su un’ambulanza in una strada affollata e un’incursione in un complesso militare, con la morte di oltre 130 persone.