Tangenti su appalti della metro di Milano, 12 arresti

23 giugno 2020

Un giro di tangenti per pilotare 8 appalti per la fornitura dei sistemi di segnalamento della metropolitana milanese. Ruota attorno a questa accusa l’inchiesta della procura di Milano che ha portato a 12 arresti per corruzione e turbativa d’asta. Le misure cautelari, disposte dal gip Lorenza Pasquinelli, hanno riguardato diversi imprenditori e manager. In manette anche il dirigente Atm Paolo Bellini, responsabile dell’Unità Amministrativa Tecnica Complessa sugli impianti di Segnalamento e Automazione della metropolitana milanese.

Sono in tutto 30 le persone indagate nell’inchiesta condotta dal pm Giovanni Polizzi e coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli: 8, invece le società sotto accusa per responsabilità amministrativa. Nel mirino degli inquirenti milanesi sono finiti in tutto 8 appalti, dal valore complessivo di 150 milioni di euro, che secondo l’accusa sarebbero stati pilotati in cambio di tangenti. I magistrati contestano a Bellini 125 mila euro di tangenti incassate o concordate tra l’ottobre 2018 e il luglio 2019. Tra le accuse contestate a vario titolo, anche associazione a delinquere, peculato e abuso d’ufficio. Gli arrestati sono in tutto 13: 12 in carcere e 1 ai domiciliari. I militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza stanno effettuando perquisizioni negli uffici Atm e nelle sedi delle varie società coinvolte, tra cui Siemens Mobility e Alstom Ferroviaria.

IPOTESI CORRUZIONE ANCHE SU APPALTO FRENATE

Un caso di corruzione che risale al 2006 e che riguarda “l’assegnazione di un appalto relativo al sistema di segnalamento della linea Metropolitana 1” che poi ha portato a “criticità” sulla linea rossa soprattutto sul fronte delle “frenate brusche d’emergenza”. E’ una delle accuse contestate a Paolo Bellini, responsabile dell’Unità Amministrativa Tecnica Complessa sugli impianti di Segnalamento e Automazione delle linee metropolitane 1,2,3 e 5 di Milano, e personaggio chiave dell’inchiesta che oggi ha portato a 13 arresti e 38 indagati (30 persone fisiche e 8 società) che rispondono a vario titolo di associazione a delinquere, corruzione, turbativa d’asta, peculato, abuso d’ufficio e falsi in atti pubblici.

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Le indagini, come sottolinea il procuratore di Milano Francesco Greco in una nota, hanno portato alla luce un “sistema di metodica alterazione di gare ad evidenza pubblica indette da Atm”. Stando a quanto ricostruito dal pm Giovanni Polizzi, titolare del fascicolo coordinato dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, Bellini avrebbe creato due società occulte, la Ivm srl e la Mad System srl, “al fine di interferire nell’assegnazione ed esecuzione degli appalti di Atm spa”, l’azienda milanese del trasporto pubblico che risulta “parte lesa nel procedimento”. In particolare Bellini sarebbe stato corrotto con “dazioni di denaro e altre utilità” da imprenditori e manager delle società fornitrici di Atm come la Siemens Mobility Spa, Alstom Ferroviaria, Engineering Informatica, Celt spa, Gilc Impianti Civili srl e Ctf per “turbare le procedure competitive pubbliche”. Tra l’ottobre 2018 e il luglio 2019 avrebbe ricevuto “promesse o dazioni di denaro pari ad oltre 125 mila euro oltre a diverse utilità quali prestazioni prestazione di servizi e befit vari”.

Il metodo seguito era sempre lo stesso: Bellini proponeva alle imprese che volevano partecipare alle gare d’appalto lanciate da Atm un servizio di consulenza “sotto forma di fornutura di materiale e informazioni privilegiate, trafugate dalla stazione appaltante” garantendo “perfino la supervisione e la correzzione delle bozze dell’offerta” e arrivando a fornire “l’indicazione precisa delle percentuali ad ribasso da offire ad Atm al fine di prevalere sulle aziende concorrenti”. In cambio, l’impresa aggiudicataria, oltre a “promesse di versamenti di denaro proporzionali al valore dell’appalto e cadenzati mensilmente”, si impegnava a “coinvolgere nell’esecuzione delle opere, in qualità di subappaltatori, le società Ivm e Mad System o altre imprese” che poi ricompensavano Bellini con “illecite remunerazioni”. Il dirigente Atm è sarebbe inoltre “intervenuto per pilotare alcune procedure di assunzione di personale” in Atm, “favorendo soggetti privi delle necessarie professionalità e competenze” ma “legati alle imprese che lo remuneravano illecitamente e quindi inseriti nel gruppo di lavoro alle sue dipendenze, garantedogli così l’assoluta riservatezza nella gestione illecita della fase esecutiva dei lavori”.

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IL SINDACO

“E’ sconfortante scoprire che mentre tutti si impegnano e lavorano per il bene della comunità, qualche disonesto mette a repentaglio il lavoro fatto da una intera azienda. Atm è un’eccellenza milanese e il suo lavoro non deve e non sarà infangato dalle malefatte di pochi”. Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in merito 12 arresti per tangenti e appalti truccati per forniture alle linee della metropolitana. “Ovviamente mi aspetto provvedimenti immediati da parte dell’azienda nei confronti di chi è stato coinvolto nei procedimenti giudiziari e una seria verifica dei processi aziendali”, ha concluso Sala.

L’INTERCETTAZIONE

“Adesso c’è l’altra gara importante di 18 milioni e questo sarebbe un bel lavoretto da fare”. Così Paolo Bellini, il dirigente Atm arrestato oggi insieme ad altre 12 persone nell’inchiesta sul presunto giro di tangenti negli appalti della metropolitana milanese, parlava in una conversazione intercettata dagli inquirenti e finita tra gli atti di indagine. La gara riguarda “l’installazione delle colonnine elettriche per gli autobus in tutti i depositi” precisava il dirigente Atm parlando con Sergio Vitale, ritenuto dagli inquirenti milanesi l’amministratore di fatto della Mad System, una delle società occulte create dallo stesso Bellini per pilotare le gare di appalto lanciate dalla muncipalizzata mialnese dei trasporti. “Mi stanno arrivando dei lavori, non glieli passo. Te lo dico subito, mi dici come fai e li passo a te. Stanno arrivando veramente cose interessanti da fare”. Nello stesso dialogo Bellini faceva riferimento a “un lavoretto da 300/400 mila euro di terza/quarta rotaia”.

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