Sui vaccini tante chiacchiere ma si dovrà aspettare un anno

Alberto Di Majo La campagna elettorale incalza, la salute può attendere

Sui vaccini tante chiacchiere ma si dovrà aspettare un anno

Nella campagna elettorale permanente che catalizza i partiti politici ogni argomento diventa terreno di scontro. Nel triste dibattito italiano il merito delle questioni, che poi sarebbe prioritario, non esiste più. Benché i cittadini continuino a vivere in un mondo diverso, in cui invece il merito conta e la realtà impone riflessioni e scelte ogni giorno. Ma a chi guida le istituzioni, evidentemente, non interessa. L’ultima battaglia dei nostri partiti è sui vaccini. Da giorni fioccano polemiche e accuse, spesso sfruttando frasi estrapolate ad arte da discorsi più articolati per dimostrare questa o quella tesi o narrazioni costruite a tavolino. E nessuno si preoccupa di ciò che accade nei centri vaccinazione. La mia esperienza: il 28 aprile scorso ho prenotato il vaccino per mio figlio. Mi hanno dato il primo appuntamento disponibile: 20 maggio 2018. Più di un anno di attesa. Ma perché invece di fare tante chiacchiere e polemiche le persone che guidano le istituzioni non si impegnano per rendere più semplici e veloci le vaccinazioni? Ma non sarà che i polveroni alzati dai partiti servono proprio per coprire la loro incapacità di migliorare le cose?