Sono stati spesi decine di miliardi di dollari, ma gli Stati Uniti non hanno ancora a disposizione i mezzi necessari per difendersi da un eventuale La vulnerabilità degli Stati Uniti è ancor più grave ora, dopo il nuovo test della Corea del Nord, che ha provato con successo il suo primo missile balistico intercontinentale (Icbm) nel giorno dell’Indipendenza degli Stati Uniti, fa notare attacco con un missile intercontinentale a testata nucleare, fa notare politico, che analizza la questione. Una vulnerabilità, quindi, che deve essere affrontata e risolta al più presto. Il sistema di difesa missilistico che dovrebbe fare da scudo contro un attacco con Icbm, costituito da sensori, radar e missili intercettori in Alaska e California, ha fallito sei dei nove test effettuati, secondo la stampa statunitense. Già tre mesi fa era stata la Nbc a lanciare l’allarme. Da anni, si leggeva in un articolo pubblicato sul suo sito, i generali affermano che, se la Corea del Nord lanciasse un missile contro gli Stati Uniti, Washington sarebbe in grado di abbatterlo; secondo gli investigatori governativi e gli scienziati indipendenti interpellati dalla Nbc, invece, si tratterebbe di un’affermazione altamente discutibile. Un’affermazione che sembra ignorare i dubbi sulle capacità del sistema di difesa missilistico, che dovrebbe alla fine costare oltre 40 miliardi di dollari, di fermare un missile a testata nucleare lanciato dalla Corea del Nord o dall’Iran.
“Fanno credere ai leader politici di avere la capacità militare che, in realtà, non hanno” ha commentato il fisico David Wright, che ha studiato per anni il programma di difesa, come condirettore del Global Security Program allo Union of Concerned Scientists, una nonprofit che si occupa di armi nucleari e sicurezza globale. La difesa statunitense si basa sul sistema conosciuto come Ground-Based Midcourse Defense (GMD), che intercetta i missili durante la fase intermedia della traiettoria; sono pronti a intervenire 36 intercettori, di cui quattro in California e 32 in Alaska; altri otto saranno pronti entro la fine dell’anno. Al contrario dell’Iron Dome israeliano, il GMD colpirebbe i missili al di sopra dell’atmosfera terrestre, rendendo il compito più difficile. In nove attacchi simulati dal 2004, gli intercettori hanno fallito in sei occasioni, anche se i test erano in realtà più facili rispetto a quello che sarebbe un attacco reale, secondo il Los Angeles Times, che per primo ha raccontato, lo scorso anno, dei test falliti dal sistema difensivo. Un assistente parlamentare che riceve regolarmente informazioni classificate sul sistema difensivo ha detto alla Nbc che “il programma non funziona. Nulla è affidabile”. Lo scorso anno, il Government Accountability Office, l’agenzia governativa che fornisce valutazioni e servizi investigativi al Congresso, ha concluso che l’agenzia che guida il sistema missilistico di difesa “non ha dimostrato attraverso i test che [il sistema] possa difendere gli Stati Uniti”.