Tap, conflitto Puglia-Governo: martedì esame Consulta
La Regione lamenta che non c’è stata alcuna trattativa con Palazzo Chigi
La Corte costituzionale esaminera’ nell’udienza pubblica di martedi’ prossimo il conflitto di attribuzione sollevato dalla Regione Puglia nei confronti della Presidenza del Consiglio sul procedimento che porto’ il ministero dello Sviluppo economico, con un decreto, al rilascio dell’autorizzazione alla costruzione del gasdotto Tap. La Regione lamenta il fatto che non vi sia stata alcuna trattativa per trovare una soluzione condivisa, “con particolare riferimento alla scelta progettuale del punto di approdo a San Foca”. Nel suo ricorso, la Regione Puglia richiama una pronuncia del 2016 della stessa Consulta, successiva al decreto ministeriale: questa sentenza, secondo la Regione, avrebbe chiarito che, anche per i gasdotti di approvvigionamento di gas dall’estero, e’ richiesta l’adozione di un’intesa con le regioni per poter arrivare all’atto conclusivo del procedimento autorizzatorio. L’intesa, si sostiene nel ricorso, dovrebbe riguardare anche le operazioni preparatorie. Proprio alla luce di tale sentenza, la Puglia, con note del presidente della Regione recanti sia un’istanza in autotutela sia la diffida a provvedere, aveva chiesto al Mise di procedere al riesame di tutti gli atti del procedimento amministrativo e di “annullare/revocare” il provvedimento in questione. Da parte del ministero vi e’ stato un ‘silenzio-diniego’, fatto che ha portato la Regione Puglia a promuovere il conflitto di attribuzione per “lesione delle proprie prerogative costituzionali” nonche’ del “principio di leale collaborazione”. Con il suo ricorso, la Regione chiede ai giudici costituzionali di dichiarare se spetti o meno allo Stato, e quindi al ministero dello Sviluppo economico, “il potere di negare, con il mero strumento del silenzio giuridicamente rilevante, l’adozione degli atti necessari ad ottemperare” a quanto stabilito dalla sentenza del 2016 della Corte.