Politica

Tar Lazio boccia ricorso Onida. Fronte No: “Esposto se Sì vince grazie a italiani all’estero”. Di Pietro, voterò No senza se e senza ma

E’ “inammissibile” per “difetto assoluto di giurisdizione” il ricorso presentato dal presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida sul quesito referendario sulle riforme costituzionali. Così ha deciso la seconda sezione bis del Tar del Lazio, che, dopo l’udienza a porte chiuse dello scorso 16 novembre, oggi ha depositato la sua sentenza. Intanto, il costituzionalista Alessandro Pace, presidente del Comitato per il No, annuncia un ricorso se al referendum il voto degli italiani all’estero si rivelasse decisivo in favore del Sì. “Se il voto dei cittadini italiani all’estero dovesse rivelarsi determinante per la vittoria del Sì” al referendum del 4 dicembre sulla riforma Costituzionale, “allora – spiega Pace – impugneremo questa consultazione davanti all’ufficio centrale del referendum, che è un organo giurisdizionale, e si andrebbe davanti alla Corte Costituzionale”.

L’annuncio arriva al termine di settimane in cui il voto dei concittadini emigrati è stato perennemente nella bufera per le accuse delle opposizioni al governo, colpevole di aver inviato una lettera a tutti gli italiani all’estero nella quale non si spiegavano nel dettaglio tutti gli aspetti della riforma, ma si esaltavano semplicemente le ragioni del Sì. Matteo Renzi, in ogni caso, non sembra preoccupato dall’iniziativa del Comitato per il no. “Noi non faremo ricorsi e controricorsi – ha detto il premier – faremo una battaglia con il sorriso e parliamo del merito”. “Loro hanno paura di parlare del merito – ha aggiunto Renzi – perché se si capisce che la domanda è sul rendere il Paese più semplice non ce n’è per nessuno. Il tentativo è di buttarla in rissa, la nostra reazione è calma e gesso, sorrisi e tranquillità, parliamo nel merito”. Se l’iniziativa di Pace raccoglie il plauso del fronte del No (“Credo sia utile, visto che si è scoperto il caso di un italiano all’estero che ha ricevuto due schede. Non parlo di brogli ma è una irregolarità” ha detto il governatore lombardo Roberto Maroni”), polemica è la reazione dei sostenitori della riforma: “Minacciare un ricorso è il tipico atteggiamento di chi per anni con la burocrazia ha affossato l’Italia. È un modo di appigliarsi a uno pseudo cavillo burocratico di chi non accetta il voto democratico e la scelta degli italiani” ha protestato Valentina Castaldini, portavoce nazionale del Nuovo Centrodestra.

Di inciuci, o meglio di clientelismo, parla, invece, il Movimento 5 Stelle tornando ad attaccare il presidente Pd della regione Campania, Vincenzo De Luca e invocando il presidio degli osservatori Osce sul voto referendario. Perche’, spiega il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio “c’e’ il rischio di un voto condizionato su tutto il territorio nazionale”. Come se non bastasse a rendere ancora piu’ incandescente il clima ci pensa il blog di Grillo. Ieri il fondatore del Movimento aveva ‘sparato’ contro la riforma e i ‘serial killer’ che la difendono. Oggi un post sul suo sito usa una metafora altrettanto cruda: “Renzi ha una paura fottuta del voto del 4 dicembre. Si comporta come una scrofa ferita che attacca chiunque veda”. “Non commento frasi indecenti. Dovrebbero solo vergognarsi”, replica il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini.  “Cari Grillo, Di Maio e Di Battista uscendo dal mondo animale e dalle similitudini espresse in punta di penna perche’ non ci dite qualcosa dei deputati Lupo, Nuti e Mannino? Sono giorni che il vostro silenzio in proposito e’ piu’ che imbarazzante. Siete con l’acqua alla gola per la vicenda firme false e cercate di nascondere la Grillopoli siciliana”, aggiunge Emanuele Fiano della segreteria Dem. Infine, si schiera ‘contro’ il referendum anche l’ex leader Idv Antonio Di Pietro: “Votero’ NO senza se e senza ma, e non per fare dispetto ma perche’ proprio non mi piace questa riforma”.

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