Tassi su Bot e Btp ai minimi storici, il Tesoro risparmia 2 mld

Il quantitative easing della Bce ha impresso una sensibile discesa dei tassi di interessi dell’area euro. Nonostante le tensioni per la crisi greca tra maggio e luglio, i rendimenti dei titoli di Stato sono ai minimi storici e un calo dei rendimenti significa un minor costo del debito pubblico. Per l’Italia anche nel 2015 prosegue la riduzione dei tassi di interesse sui titoli di Stato. Tra gennaio e fine luglio le emissioni di Bot, Btp, Ctz e titoli indicizzati mostrano un calo della spesa per interessi pari a circa 2 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E nel 2014 il Tesoro si è finanziato a un costo medio dell’1,35%, minimo storico assoluto. Nonostante la volatilità provocata dai timori della Grexit, il 2015 è destinato a ritoccare ulteriormente al ribasso il costo del debito. Nei primi sette mesi il rendimento medio ponderato dei titoli di Stato (escludendo le scadenze inferiori a un anno e i titoli indicizzati) si attesta all’1,224% rispetto al 2,002% dello stesso periodo dell’anno scorso. Nei mesi di aprile e maggio il tasso medio è sceso sotto la soglia dell’1%. Il calo dei rendimenti ha interessato tutte le scadenze dei bond governativi ma sui titoli a breve termine la contrazione è stata più marcata. Per i Bot a sei mesi il Tesoro ha sostenuto un costo inferiore a 25 milioni di euro rispetto agli oltre 161 milioni del 2014. Sulla scadenza a un anno la spesa per interessi sui 53,5 miliardi di euro di titoli emessi ha superato di poco i 54 milioni contro i 321 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso a fronte di 57,5 miliardi di euro di titoli assegnati.

Il calo della spesa per interessi sulle nuove emissioni è ancor più significativo dal momento che il ministero di via XX Settembre ha ridotto gli importi dei titoli a breve scadenza ed ha aumentato i bond sulle scadenze lunghe, in linea con la strategia di allungare la vita media del debito. Ad esempio è quasi raddoppiato l’ammontare di Btp a 30 anni per effetto della maxi emissione da 6,5 miliardi di inizio anno. Anche per il Btp a 15 anni sensibile aumento della quantità di titoli emessi e tassi stabilmente sotto il 3% (con minimo storico ad aprile con un rendimento all’1,64%) mentre all’inizio del 2014 il Tesoro doveva sostenere un costo superiore al 4%. All’inizio dell’anno diversi analisti stimavano che il bazooka della Bce da 1.160 miliardi di euro produrrà un risparmio di 6 miliardi di euro di spesa per interessi da parte del Tesoro per il 2015. Il Def invece indica per l’intero 2015 un calo della spesa totale per interessi di 2,5 miliardi di euro (non solo il costo sostenuto per i titoli di Stato). Da inizio anno il “tesoretto” supera appena i 2 miliardi, difficile quindi realizzare 4 miliardi da qui a fine anno stimati dal mercato, mentre è largamente alla portata la quota di 2,5 miliardi.

La crisi greca infatti ha provocato un innalzamento dei tassi di interesse tra maggio e luglio. Il Bot a un anno emesso ad aprile mostrava un tasso medio dello 0,013% mentre a luglio ha superato l’1%. Il Btp decennale all’emissione di marzo ha toccato il minimo storico dell’1,34% per poi salire fino al 2,35% di giugno e tornare sotto il 2% con la tranche di 2,5 miliardi del mese scorso. Ma il bazooka della Bce sta producendo effetti positivi anche sui corporate bond. Dall’inizio dell’anno le società italiane mostrano un certo dinamismo nel collocamento di obbligazioni con rendimenti in calo. Tra le più attive Intesa Sanpaolo. A titolo di esempio il bond non garantito emesso a inizio anno presenta un coupon dell’1,125% mentre lo stesso tipo di bond l’anno scorso pagava una cedola del 2%. A febbraio Terna ha piazzato un bond a sette anni da un miliardo con una cedola dello 0,875%. Snam ha riaperto l’emissione a otto anni con un coupon dell’1,33% rispetto al bond del giugno del 2014 che riconosceva un rendimento del 3,25%. Ei mesi scorsi Eni ha piazzato un bond da un miliardo a tasso fisso dell’1,50% con durata 11 anni. L’anno scorso il bond Eni, ma con scadenza a 15 anni, garantiva una cedola del 3,625%. Tassi ai minimi storici anche per Telecom che a gennaio è tornata sul mercato obbligazionario con un’emissione da un miliardo di euro e un coupon del 3,33% rispetto al 4,62% della precedente emissione nel 2012. Atlantia riconosce una cedola intorno all’1,60% sull’obbligazione a otto anni lanciata in primavera.

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