Tatarella, io innocente ma mi dimetto. Lettera dimissioni a Comune Milano
L’ex vice coordinatore regionale di FI non risponde a gip
Si dimette dalla carica di consigliere comunale e proclama dal carcere di Opera la sua “innocenza” quel Pietro Tatarella che era considerato, fino a ieri almeno, una delle figure emergenti di Forza Italia a Milano, arrestato per associazione per delinquere e corruzione nell’inchiesta della Dda milanese su un vasto giro di mazzette, nomine e appalti pilotati e finanziamenti illeciti che ha portato a 43 misure cautelari e ai domiciliari anche un altro dei ‘golden boy’ azzurri, Fabio Altitonante, consigliere lombardo e che era anche sottosegretario all’area Expo della Regione Lombardia, fino alla sospensione di ieri. Tatarella, pero’, cosi’ come gli altri indagati finiti in carcere e interrogati oggi, tra cui anche il cosiddetto “burattinaio” del “network” di corruzione, Gioacchino Caianiello, ha scelto di non rispondere alle domande del gip Raffaella Mascarino.
“Sono innocente, le contestazioni che mi sono state mosse sono infondate, ma ho deciso di dimettermi dal Consiglio comunale”, ha fatto sapere, tuttavia, attraverso il suo legale, l’avvocato Luigi Giuliano, il politico, ormai dunque ex consigliere comunale milanese, ex vicecoordinatore regionale di FI (sospeso ieri) e candidato alle Europee. Come ha precisato il difensore, che ha inoltrato in Consiglio comunale una lettera scritta dal suo assistito per le dimissioni, Tatarella ha scelto di rimanere in silenzio davanti al giudice perche’ “si riserva di analizzare e offrire ai magistrati una serie di documenti e contratti”, oltre che di leggere tutti gli atti dell’inchiesta prima di “chiarire i fatti”. Tatarella, secondo l’accusa, sarebbe stato a ‘libro paga’ dell’imprenditore del settore rifiuti e bonifiche Daniele D’Alfonso (che avrebbe dato lavoro agli uomini della cosca Molluso) da cui avrebbe ottenuto 5mila euro al mese, attraverso consulenze fittizie (per la difesa non sono tali), e viaggi.
E in cambio l’avrebbe favorito negli appalti dell’Amsa e l’avrebbe introdotto in altri nelle zone di Varese e Novara, dove sarebbe stato attivo il parlamentare di FI Diego Sozzani. Anche D’Alfonso, comunque, non ha risposto davanti al gip, cosi’ come altri arrestati interrogati a San Vittore, tra cui Alessandro Petrone, ormai ex assessore (si e’ dimesso) all’Urbanistica ed Ambiente del Comune di Gallarate (Varese) e ritenuto il “braccio destro di Gioacchino Caianiello, sul versante amministrativo ed istituzionale” in quel territorio. Nei prossimi giorni proseguiranno gli interrogatori e, in particolare, quelli degli indagati finiti ai domiciliari. Tra loro Altitonante, che sara’ sentito venerdi’ al settimo piano del Tribunale.