Tav e Rai, ancora guerriglia tra Lega e M5s

Torino-Lione, polemica a distanza Salvini-Di Maio. Lite su “striscia” Maglie (Rai1)

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Sulla Tav il confronto è ai massimi livelli: Matteo Salvini va al cantiere di Chiomonte, ribadisce la necessità dell’opera, e Luigi Di Maio replica che lui non andrà perché lì “c’è un cantiere mai nato”. Sulla Rai a darsi battaglia sono i componenti della Vigilanza: i Cinque Stelle bocciano seccamente l’indicazione di Maria Giovanna Maglie alla striscia informativa che segue il Tg1, ricordandone il passato craxiano, i guai sulla gestione della sede di New York e la mancata iscrizione all’Ordine dei Giornalisti, mentre la Lega difende la scelta sottolineando “l’intelligenza”, la “vulcanicità” e l’intelligenza dell’opinionista.

La visita di Salvini a Chiomonte prometteva di accendere la polemica con l’alleato, e così è stato, nonostante nelle sue dichiarazioni il vicepremier leghista abbia dato ragione al M5s sulla necessità di “rivedere” un progetto “sovrastimato”, e ipotizzando un taglio dei costi “eccessivi” per circa un miliardo da dirottare su altre opere come la metro di Torino. Ma per Salvini non c’è alcun dubbio: in ogni caso “finire la Tav costa meno che fermarla e riempire i buchi”. Dunque, l’opera s’ha da fare. E col governo attuale, visto che il leader della Lega ha comunque ribadito che preferisce andare avanti con Luigi Di Maio che ipotizzare governi con Berlusconi. Ma Di Maio sul merito della Tav per ora non arretra, e prima ancora che Salvini si fosse recato sul luogo aveva dettato lalinea: “Io non vado a Chiomonte perché ancora non è stato scavato un solo centimetro, c’è solo un tunnel geognostico. Per me il cantiere di Chiomonte non è un’opera incompiuta ma una mai iniziata”. Una linea che poi verrà ripresa per tutto il giorno da decine di esponenti Cinque Stelle.[irp]

A scatenare l’altra polemica di giornata è stato invece il M5s, con una serie di tweet e dichiarazioni per bocciare la scelta di affidare a Maria Giovanna Maglie, opinionista particolarmente attiva sul fronte “sovranista”. E lo fanno ricordando e pubblicando sulla pagina Facebook del M5s le parole di una sua intervista del 1991, in cui ammetteva di essere stata “aiutata” da Bettino Craxi ad entrare nella tv pubblica. E così dal MoVimento arriva la fatwa: ” È raccomandata, è legata al vecchio sistema, e fu persino mandata via dall’azienda per la brutta storia delle spese pazze. Insomma è contro tutti i nostri principi”, dicono rilanciando su Twitter l’appellativo di “Lady spese” e appellandosi a Marcello Foa e Fabrizio Salini perchè stoppino la decisione, ipotizzando di formalizzare in unalettera all’Ad il loro dissenso.

Ma se la speranza era di far capitolare la Lega, non è così. Il primo a reagire è Igor Iezzi, componente leghista della Vigilanza Rai: “Contro la Maglie c’è un fuoco di sbarramento assurdo, una censura preventiva delle idee. La sua posizione all’Ordine dei giornalisti si sana pagando 300 euro e anche il caso spese pazze fu archiviato. La realtà è che non si vuole che certe idee abbiano cittadinanza in Rai”. E poi arrivano anche le parole del capogruppo Massimiliano Capitanio: “Queste interessanti polemiche confermano che la scelta di un professionista vero, intelligente e a tratti vulcanico è assolutamente azzeccata per confezionare un prodotto indipendente, nuovo e destinato a creare dibattito”.