Il Pd spera che sia un passo verso un maggior coordinamento delle opposizioni, M5s e Azione preferiscono parlare di possibile intesa “sui temi”, ma sta di fatto che sul salario minimo le opposizioni per una volta – con l’eccezione di Iv – sembrano ad un passo da una proposta comune. Il lavoro va avanti da un po’ e oggi c’è stato un nuovo incontro tra Pd, M5s, Verdi-Sinistra e Azione, rappresentata dal leader Carlo Calenda e da Matteo Richetti. Per i democratici erano presenti Cecilia Guerra e Arturo Scotto, per i 5 stelle Valentina Barzotti e Nunzia Catalfo e per Verdi-Sinistra Francesco Mari. L’accordo non è ancora chiuso, il lavoro prosegue, ma secondo uno dei protagonisti del tavolo “già in settimana potremmo riuscire ad annunciare una proposta comune”.
Proprio il salario minimo, del resto, era stato indicato ieri da Elly Schlein come uno dei temi sui quali cominciare a costruire il “campo largo” delle opposizioni. “Su contrasto a precarietà e salario minimo stiamo provando a capire se tutte le opposizioni possono battere un colpo insieme”, ha spiegato. Un approccio prudente, perché la segretaria Pd sa bene che sia Giuseppe Conte che Carlo Calenda per il momento non intendono ragionare di alleanze politiche. E gli stessi democratici, del resto, non hanno poi grande fretta perché – come diceva ieri uno dei principali dirigenti – “le Politiche non sono domani”. Ma non è un mistero che la Schlein sia convinta della necessità di costruire – con calma, un passo alla volta – un quadro di alleanze capace di riaprire la partita con la destra. Del resto, anche le elezioni molisane dimostrano che non basta nemmeno il solo asse Pd-5 stelle, serve un assetto più ampio.
Si guarda al centro
E, come dice un esponente dell’ala sinistra del Pd, “proprio perché noi ci stiamo spostando un po’ più a sinistra servirebbe un soggetto in grado di occupare anche lo spazio che guarda al centro. Purtroppo al momento Calenda non vuole sentir parlare di alleanza, e in realtà nemmeno Conte”. Ci vuole tempo, sono convinti molti nel Pd, e il fatto che le prossime elezioni siano le europee, col proporzionale, consente di lavorare senza fretta. La competizione tra le opposizioni sarà inevitabile, nei prossimi mesi, perché proprio il voto per il Parlamento europeo dirà molto sugli assetti futuri del fronte che si oppone al governo di centrodestra. Ma proprio per questo in casa Pd si dà molta importanza a iniziative come questa, che gettano almeno le basi per una possibile collaborazione più politica in futuro.