Tavolo su governo procede a rilento, in attesa del verdetto dei leaders
Il tavolo alla Camera, partito ieri mattina è andato avanti fino alle 21
Oggi pomeriggio il presidente della Camera Roberto Fico dovrà salire al Quirinale per riferire al presidente della Repubblica Sergio Mattarella i risultati della sua ‘esplorazione’, ma al momento il tavolo sul programma procede a rilento e di nomi (almeno ufficialmente) non si parla. La convinzione diffusa è che la partita vera non si giochi nella Sala della Lupa di Montecitorio, ma altrove, tra i leader dei partiti. “Lo sapete vero che qui non si decide niente?” scherza, ma non troppo, un parlamentare membro di una delegazione incrociando i cronisti.
Il tavolo alla Camera, partito ieri mattina è andato avanti fino alle 21. Con nuovo round già fissato per oggi in mattinata. “Non è facile risolvere in poche ore quello che non è stato risolto in mesi”, sottolinea un parlamentare di maggioranza. Anche perché i nodi sul tavolo sono molti. Il primo è di ordine metodologico: Italia viva pretende che dal confronto si esca con un documento scritto, gli altri partiti no. “Serve un documento scritto. Non ne abbiamo esigenza stasera, ma prima che nasca il governo bisogna che sia chiaro cosa si fa”, sottolinea il presidente di Iv Ettore Rosato, a cui replica Bruno Tabacci, secondo cui “quello che facciamo è solo un lavoro istruttorio, i documenti politici dovranno essere concordati con il presidente incaricato”.
Per quanto riguarda i temi, un confronto serrato avrebbe riguardato il mercato del lavoro. Iv avrebbe contestato la gestione di Inps e Anpal, due dita negli occhi del M5s che ha rilanciato la richiesta di “completare il reddito di cittadinanza” e istituire il “salario minimo”. Da parte sua il Pd ha proposto un “ammortizzatore unico” e riaffermato i temi della “parità salariale e della piena occupazione femminile”. Anche sul Mes sanitario non sono mancate le distanze, con i renziani che hanno ribadito la necessità di sfruttarlo almeno in parte e il no secco dei pentastellati. A complicare il quadro, la proposta renziana di una commissione bicamerale di legge elettorale e riforme e la richiesta di coinvolgere l’opposizione nella gestione del Recovery plan. Esauriti i temi lavoro, Mes e vaccini (con Iv che ha, più o meno velatamente, chiesto la testa di Domenico Arcuri) attualmente i delegati si stanno confrontando sul tema della giustizia, un argomento su cui tra Iv e M5s le differenze sono enormi.
In questo quadro, la vera questione che deve essere risolta entro oggi pomeriggio è quella del premier. “Per ora Iv non ha sciolto il nodo, entro domani (oggi, ndr) pomeriggio dovrà farlo, altrimenti al Quirinale dovranno decidere un’altra strada”, rileva un deputato presente al tavolo. Questo compito spetta però ai leader. Nessuno conferma che ci sia stato o che sia previsto a breve un vertice, ma sicuramente, spiegano più fonti di maggioranza, contatti sono in corso. Ancora però Matteo Renzi non vuole scoprire le carte su quel governo “di persone capaci e meritevoli” accennato nella sua newsletter. Governo da cui vorrebbe escludere sicuramente il Guardasigilli Alfonso Bonafede ma, pare, anche il titolare dell’Economia Giuseppe Gualtieri, difeso dal Pd, ma anche da Confindustria, sindacati e Unione europea. Giuseppe Conte tace: al momento M5s, Dem e Leu non hanno fatto passi indietro dalla linea del “ter” dell’avvocato. Che però è consapevole che i giochi sono tutti aperti: dal suo ritorno a un esecutivo giallo-rosso guidato da un politico fino al gabinetto istituzionale presieduto da una personalità come Gualtieri. La soluzione arriverà nelle prossime ore (salvo tempi supplementari). askanews