Teatro Massimo di Palermo, “speciale” su Omer Meir Wellber

Direttore musicale del teatro palermitano, premio Abbiati 2020 VIDEO

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Sarà disponibile on line da domani, sulla webTv del Teatro Massimo, il video “Il senso di Wellber per Palermo” un ritratto-intervista del direttore d’orchestra israeliano Omer Meir Wellber che da gennaio 2020 è la guida musicale del Teatro Massimo di Palermo. Wellber, recentemente premiato dalla critica musicale italiana (Abbiati 2020) per avere saputo reinterpretare in maniera innovativa il suo ruolo, dialoga con il giornalista e direttore della WebTv del Teatro Massimo, Gery Palazzotto, a partire da una parola che rispecchia tormenti e prospettive di questo tempo: speranza.

Vengono affrontati i temi che riguardano il rapporto di Wellber con la città e con i palermitani: dal Sacco di Palermo alla socialità dei siciliani, dalle stragi Falcone e Borsellino (di cui in questi giorni ricorre il trentennale) alla sua ricetta per avere un teatro sempre aperto alla contemporaneità e radicato nella città. Ne viene fuori una fotografia di quello che siamo oggi, sopravvissuti al buio della pandemia grazie all’innovazione di linguaggi artistici e di tecnologia, e forse anche una felice proiezione di quello che il teatro vuole diventare.

A rendere più esplicito il profilo della sua personalità artistica, alla ricerca di sempre nuovi linguaggi, contribuiscono i filmati delle tante opere dirette da Wellber al Teatro Massimo in questi lunghi mesi di pandemia. Dal Don Giovanni, che lo ha visto reiventare con estro i recitativi al fortepiano, al passaggio dal podio – per un frammento di Tristan und Isolde di Wagner -all’interpretazione alla fisarmonica per l’inaugurazione del 2021 con Il crepuscolo dei sogni; dalle  cadenze del concerto per pianoforte e orchestra K 414 di Mozart affidate a improvvisazioni jazz, klezmer e arabe al Requiem di Verdi; e ancora, da un magnifico Ernani fino alla messa in scena della commissione a Ella Milch Sheriff Der ewige Fremde. Il teatro per Wellber “è un laboratorio vivo e non un museo”.

On demand su www.teatromassimo.it.