Stanchi della cattiva reputazione cui sono stati condannati da Carlo Collodi, il Gatto e la Volpe chiedono che, attraverso un processo, la loro posizione nella favola di Pinocchio sia riabilitata. Da questo spunto nasce Pinocchio (mal)visto dal gatto e la volpe, l’opera lirica multimediale scritta e interpretata da Andrea Camilleri e Ugo Gregoretti, nei panni della Volpe e del Gatto, che propone un punto di vista insolito sulle vicende narrate nella favola di Pinocchio. Lo spettacolo andrà in scena da domani fino al 30 ottobre al Teatro Massimo di Palermo (domani alle 11.30, mercoledì, 26 giovedì 27 e venerdì 28 alle 9.30 e alle 11.30, sabato 29 e domenica 30 alle 11.30). Libretto di Andrea Camilleri e Ugo Gregoretti, musica di Lucio Gregoretti, regia del collettivo Shorofsky, supervisione di Francesco Prisco, scene e costumi di Alessandra Traina. Orchestra e Coro del Teatro Massimo, direttore Michele De Luca, maestro del Coro Pietro Monti.
Ambientata in un’aula di tribunale popolata di animali, la messa in scena si compone dell’interazione continua tra il palco e un grande schermo da cui si affacciano il professore Ugo Gatto (Gregoretti) e il dottor Andrea Volpi (Camilleri) che cercano di convincere i presenti della propria buona fede. Una nuova commissione della Fondazione Teatro Massimo di Palermo, in coproduzione con il Teatro Massimo Bellini di Catania e l’Orchestra sinfonica nazionale della Rai di Torino. Sulla scena, un’aula di tribunale che ospita il processo: un giudice Orango e due avvocati animano il racconto chiamando a testimoniare alcuni degli animali presenti nel libro tra cui il dottor Corvo, il dottor Grillo, il Serpentone, il dottor Civetta, la Faina, la Lumaca. Si susseguono le testimonianze dei protagonisti fino all’entrata in scena di un Pinocchio decisamente inedito: a vestire i panni del burattino, una volta cresciuto e diventato grande, è il musicista romano Piotta che, a tempo di rap, racconta la sua esuberante versione dei fatti. Sullo schermo, la presenza di Andrea Camilleri e Ugo Gregoretti fa da contrappunto all’azione scenica, talvolta assecondandola, talvolta disturbandola. Con l’utilizzo di animazioni digitali e il riferimento a elementi contemporanei, lo spettacolo ripercorre alcuni momenti salienti della fiaba di Collodi. Allo stesso modo vengono costruiti ambienti e suggestioni in cui agiscono il Gatto e la Volpe. In questa continua dialettica fra palco e schermo, finzione e realtà, verità e bugia, prende vita un crescendo allegro e visionario destinato a culminare in un rocambolesco finale a sorpresa.