Il sipario è chiuso perché non c’è un euro e intanto i sindacati chiedono il premio di produttività per i lavoratori del Teatro Vittorio Emanuele di Messina. La vicenda è pirandelliana, ed è reale. Infatti, sembra certo ormai che il teatro Vittorio Emanuele quest’anno non avrà la sua stagione artistica per carenza di fondi (l’anno scorso è andato in scena solo Il Rigoletto), ma c’è chi tra i sindacati chiede il premio di produttività per i dipendenti quasi tutti, tra l’altro, con competenze amministrative.
A denunciare la richiesta del premio di produttività avanzata da Fistel-Cisl, Cisal e Cobas Codir sono altre quattro sigle sindacali: Slc Cgil, Uilcom Uil, Fials Cisal e Sadirs. “E’ accaduto un fatto che riteniamo grave – scrivono queste ultime organizzazioni – poiché proprio nel momento in cui tutti cercano di attivarsi per fare ripartire il teatro, fermo da un anno, c’è chi, incoerentemente ed irresponsabilmente, chiede che venga pagato, in misura maggiorata, il premio di produzione riferito all’anno 2013 ai dipendenti in organico”.
Dunque, teatro senza soldi e sindacati spaccati sull’aumento salariare. “Questa sarebbe una richiesta plausibile – proseguono Slc Cgil, Uilcom Uil, Fials Cisal e Sadirs – in un contesto diverso da quello in cui si è venuto a trovare il teatro lo scorso anno e, presupponiamo, anche per quello in corso. Leggendo la nota sindacale sembrerebbe quasi che il Teatro Vittorio abbia prodotto così tanti spettacoli nell’anno 2013, da poter pretendere, per i dipendenti, un compenso economico oltre quello del 3%, previsto ‘a pioggia’ dall’art. 15 del CCNL per il Personale delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, contratto con il quale vengono inquadrati e retribuiti i dipendenti dell’Ente”.
Nella nota sindacale, datata 18 marzo, indirizzata al presidente Puglisi e firmata dai segretari di categoria Fistel-Cisl, Cisal e Cobas Codir, si legge: “Come specificato dall’articolo 15 del C.C.N.L. di categoria, si chiede formalmente che il premio di produzione riferito all’anno 2013 venga confermato come avvenuto per l’anno 2012”. “Ci chiediamo – riprendono Slc Cgil, Uilcom Uil, Fials Cisal e Sadirs – se questa inopportuna richiesta-sia il frutto di una pratica populistica atta ad accattivarsi i consensi di una parte (poca per fortuna) di quel personale che pensa solo allo stipendio, o piuttosto sia una palese mancanza di responsabilità nei confronti di chi sta tentando di ridare dignità al teatro ed ai suoi lavoratori, anche attraverso sacrifici economici”.
Il Vittorio Emanuele è l’unico teatro in Italia ad avere circa 50 dipendenti amministrativi e nessun componente d’orchestra. Domani sera, intanto, gratuitamente, ci sarà il concerto degli orchestrali, che lo dedicheranno alla città dello Stretto chiedendo aiuto ai messinesi e alle istituzioni per non far chiudere definitivamente il Vittorio Emanuele. Loro, gli orchestrali, non hanno stipendio fisso e non chiedono aumenti per la produttività, ma solo che il Teatro rinasca a Messina.