Cultura e Spettacolo

Teatro, tradimenti e risate nell’Anatra all’arancia di Luca Barbareschi

Non è il Don Chisciotte, come avrebbe voluto il direttore del Teatro Eliseo, ma una storia universale, tra tradimenti e tante risate, che accompagnerà lo spettatore durante le feste natalizie: è l’Anatra all’Arancia (dal testo di The Secretary Bird di William Douglas Home, versione francese di Marc Gilbert Sauvajon, ndr), tradotto e diretto da Luca Barbareschi, in programma al teatro di Via Nazionale a Roma dal 13 dicembre all’8 gennaio.

Uno spettacolo cult del teatro comico, immortalato dalla storica edizione di Alberto Lionello e Franca Valeri e dal film del 1975 con Ugo Tognazzi e Monica Vitti. Barbareschi è Gilberto, il marito tradito che architetta un diabolico piano per riconquistare la moglie fedifraga, Lisa, che ha il volto di Chiara Noschese: “Bipolare, assolutamente sì, esasperatissima e talmente esasperata che decide scientemente di innamorarsi di un altro e di provare a lasciare quest’uomo che fondamentalmente è nel suo cuore”, spiega. “E’ una macchina da guerra questo spettacolo, è proprio scritto per mitragliare di risate”, aggiunge. Lisa si innamora di un russo di animo nobile, Volodia-Gianluca Gobbi, un uomo completamente diverso dal suo Gilberto. Quest’ultimo studia una strategia di contrattacco, invitando la sua avvenente segretaria a trascorrere un weekend a quattro: Chanel Pizziconi, splendidamente interpretata da Margherita Laterza, sul palco una bomba sexy, un po’ coatta: “E’ stato molto difficile per me perché non mi ritengo una bomba sexy e non ho mai fatto passare la mia femminilità per la sensualità sovraesposta mentre Chanel usa la sua sensualità in modo evidente, provocatorio, per me è stata una sfida interpretare Chanel”, racconta.

“Ha un che di amaro questa commedia soprattutto nell’interpretazione che ne è stata data da Barbareschi. E’ una lettura per la quale vengono fuori i difetti umani in modo molto crudo e forse quest’anatra all’arancia che mangiamo tutti sono questi difetti dell’altro che dobbiamo accettare se vogliamo conviverci”, sottolinea. La pièce è impreziosita anche dalla presenza dell’attore napoletano Ernesto Mahieux, che in questa moderna edizione diventa il maggiordomo Gennarino: “Gennarino ha un po’ tutte le file della casa in mano, perché lui gode della stima e un po’ di questa padronanza dovuta al fatto che ha visto Lisa nascere. Mi muovo solo al comando: qualunque cosa, Gennarino fai questo, se me lo dice lei, io lo faccio, se me lo dice lui, io rimango così. E lui dice: mi dai il telecomando, che lo voglio comandare pure io?”.

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