Notte di bombardamenti su Gaza. I residenti descrivono pesanti attacchi aerei. Le forze aeree e terrestri israeliane stanno intensificando le operazioni nella Striscia, in mezzo a un blackout delle comunicazioni in tutto il territorio assediato. Dopo il calar della notte, le continue esplosioni degli attacchi aerei hanno illuminato il cielo sopra Gaza. La Mezzaluna Rossa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, Medici Senza Frontiere, l’Unicef e altre organizzazioni umanitarie hanno dichiarato di aver perso tutti i contatti con i loro staff a Gaza. Il fornitore di servizi telefonici palestinese, Paltel, ha detto che le sue connessioni telefoniche e i servizi internet sono stati interrotti.
”Le nostre forze di terra si trovano ancora sul terreno e portano avanti la guerra”: lo ha affermato il portavoce militare israeliano Daniel Hagari. ”La notte scorsa sono entrate nel nord della Striscia e hanno esteso le attività di terra. A questa operazione partecipano unità di fanteria, dei carristi, del genio e dell’artiglieria, sostenuti da un forte volume di fuoco”. Israele, ha proseguito Hagari, continua con ”bombardamenti massicci” a Gaza che hanno portato anche alla uccisione di esponenti di primo piano dell’ala militare di Hamas, fra cui il capo della unità aerea ”che ha avuto un ruolo centrale nel massacro del 7 ottobre”.
L’esercito israeliano accusa anche Hamas di utilizzare gli ospedali di Gaza come basi, usando i civili e i pazienti come scudi umani. “Hamas ha trasformato gli ospedali in centri di comando contrllo e rifugi er i terroristi e comandanti di Hamas. Inoltre, posso confermare che sulla base dell’intelligence che abbiamo, c’è carburante negli ospedali di Gaza. Ripeto, negli ospedali di Gaza c’è carburante, e Hamas lo sta usando per la sua infrastruttura terroristica” ha detto ancora Hagari.
“Abbiamo prove concrete – ha aggiunto – del fatto che centinaia di terroristi si sono riversati nell’ospedale (di Shifa) per nascondersi dopo il massacro del 7 ottobre. Hagari ha mostrato un’illustrazione che ricostruisce gli ambienti dell’ospedale di Shifa, il più grande di Gaza, e le sue strutture sotterranee, precisando che non è il materiale originale di cui l’IDF è in possesso, che non può essere diffuso perché coperto da segreto militare. Il portavoce ha aggiunto che questa sarebbe la situazione non solo a Shifa ma in numerosi altri ospedali di Gaza. “Utilizzando questi ospedali Hamas non solo mette in pericolo le vite degli israeliani, civili, ma sfrutta i civili innocenti di Gazacome scudi umani. Shifa non è il solo ospedale (che usano), è uno dei tanti”.
Intanto, Israele ha respinto in maniera netta la richiesta di cessate il fuoco arrivata dall’Assemblea generale delle Nazioni unite. Il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen si è pronunciato su X: “Con l’aperto rifiuto dello spregevole appello per un cessate il fuoco, Israele intende agire per eliminare Hamas proprio come il mondo ha agito contro i nazisti e l’Isis”. E così ieri sera, poco prima dell’inizio dello Shabbath, le forze militari israeliane hanno lanciato incursioni nella Striscia di Gaza, prima con pesanti bombardamenti aerei, poi con incursioni di terra. Il tutto dopo che Gaza era stata isolata dal resto del mondo con il blocco dei cellulari e di Internet, oltre che delle forniture elettriche. Dalle tv internazionali arrivano quindi immagini una città al buio illuminata da frequenti esplosioni. Le forze israeliane hanno annunciato un’espansione delle operazioni di terra, ma hanno fatto anche sapere che non si tratta delle massiccia invasione della Striscia.
Mentre le operazioni militari erano in corso, l’Assemblea generale dell’Onu ha votato la risoluzione proposta dalla Giordania per un immediato cessate il fuoco, e ha respinto la formulazione del Canada che conteneva la condanna degli attacchi di Hamas. Il voto dell’Onu ha scatenato la reazione di Israele, che ha parlato delle Nazioni Unite come del tutto delegittimate. Hamas invece ha chiesto di attuare il cessate-il-fuoco contenuto nella risoluzione. La battaglia in corso ha anche fatto crollare le già flebili iniziative diplomatiche che erano in corso, soprattutto per lo scambio di ostaggi e prigionieri. Hamas ha fatto sapere che dopo l’attacco israeliano ogni dialogo è interrotto. Per Israele invece è il momento di scatenare la rabbia per gli attacchi del 7 ottobre e dall’entourage di Netanyahu si parla senza mezzi termini della volontà di mettere sotto pressione Hamas con i bombardamenti. Ma gli islamisti hanno voluto replicare: la resistenza è pronta – hanno fatto sapere – in caso di invasione di terra.