Zelensky “non insulti più i polacchi”. E’ il monito arrivato dal capo del governo di Varsavia, Mateusz Morawiecki, dopo le parole del presidente ucraino, che ha accusato la Polonia di fare una “messinscena” sulla questione delle importazioni di grano. “Voglio dire al presidente Zelensky di non insultare mai più i polacchi, come ha fatto recentemente nel suo discorso alle Nazioni Unite – ha detto Morawiecki, nel corso di un comizio ieri sera in vista delle elezioni del 15 ottobre – Il popolo polacco non permetterà mai che ciò accada e difendere il buon nome della Polonia non è solo un mio dovere e onore, ma anche il compito più importante del governo polacco”.
La disputa sulla fornitura di grano
In pratica, la disputa sulla fornitura di grano ucraino per cui la Polonia ha deciso di mantenere il divieto di import nonostante il parere contrario della Commissione europea sta mettendo a dura prova l’alleanza tra Varsavia e Kiev. Già negli scorsi giorni la Polonia aveva annunciato lo stop dell’invio di armi all’Ucraina: sul grano si sta sgretolando il fronte degli aiuti a Kiev. Intanto, mentre la Polonia estende unilateralmente il divieto sulle importazioni di grano ucraino, i treni pieni di grano ucraino in transito e coperti da teloni vengono parcheggiati al confine tra i due paesi alla stazione di Dorohusk. Il leader del partito Diritto e Giustizia, Jaroslaw Kaczynski, ha affermato che l’accordo implicito tra Varsavia e Kiev per difendere l’Ucraina non prevede il “sacrificio dell’agricoltura polacca”. Gli agricoltori polacchi sono allarmati dal calo dei prezzi dei cereali dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Kiev ha fatto sapere che terrà colloqui con Varsavia nei prossimi giorni riguardo alla crescente controversia sulle esportazioni di grano ucraine.
L’incognita del repubblicani Usa
Un fatto è certo, l’Ucraina avverte qualche scricchiolio nel sostegno internazionale. Perché non è solo la Polonia ad essere pronta allo stop dell’invio di armi a Zelensky. “Se non riceviamo gli aiuti militari, perderemo la guerra” ha detto il presidente Volodymyr Zelensky ai parlamentari americani a Capitol Hill meno di quarantottore fa. E ha ripetuto il concetto con Biden, chiedendo aiuti per 24 miliardi di dollari. I repubblicani, tra i quali cresce l’ala isolazionista, però frenano, e per il momento Biden ha annunciato a Zelensky un pacchetto da 325 milioni di dollari di cui 128 per assistenza alla sicurezza e 197 in armi e attrezzature (sistemi di difesa anti-aerea, munizioni di artiglieria, sistemi anti-carro nonché munizioni a grappolo e, secondo la tv Nbc, anche alcuni missili a medio raggio Atacams). Biden ha anche detto che “la prossima settimana, saranno consegnati a Kiev i primi (31 in tutto) tank Abrams promessi”.
E Zelensky ha sottolineato “l’accordo a lungo termine sulla produzione congiunta, in Ucraina, delle armi che ci servono”. Le resistenze dei repubblicani pongono però incognite per il futuro, specialmente in caso di elezione di Trump alle prossime presidenziali, e si aggiungono alla decisione della Polonia – dopo la polemica sul grano ucraino sul cui import Varsavia ha messo un bando – di non inviare più nuove armi, chiaramente influenzata dalle imminenti elezioni e dalla volontà del premier polacco di assicurasi i voti dei contadini del suo paese.