Tensioni in Forza Italia, la svolta sociale di Berlusconi non convince ‘padri nobili’ liberali
“È tutto un gran pasticcio”, dice Urbani. “Un rovesciamento incomprensibile”, taglia corto Marcello Pera
Ieri Silvio Berlusconi, durante la riunione con i coordinatori FI, ha rilanciato il progetto di una Consulta del pensiero liberale. Ma la svolta sociale del Cavaliere riscuote pareri discordanti tra i ‘padri nobili’ della rivoluzione liberale azzurra. Quelli, per intendersi, che nel ’94 hanno dato vita a quel “sogno americano” che, per dirla con le parole di Berlusconi, “non si e’ mai realizzato per colpa degli alleati”. L’ex premier ha messo le prime carte sul tavolo: reddito di cittadinanza, sanità gratis solo per le fasce meno abbienti, assegno di povertà, possibilità di un contributo di solidarietà per i ricchi. “E’ tutto un gran pasticcio”, dice Giuliano Urbani. “Un rovesciamento incomprensibile”, taglia corto Marcello Pera, “il liberalismo è più attuale adesso che nel ’94, il disagio sociale è la conseguenza delle politiche stataliste”, osserva Antonio Martino. Gli artefici di quella rivoluzione sono tutti in panchina. “Non sento Berlusconi da tantissimo tempo”, confidava qualche giorno fa per esempio l’ex responsabile della Difesa, ieri citato proprio dal Cavaliere. Berlusconi ha cambiato pelle rispetto alla discesa in campo? FI ha adeguato la sua filosofia ai tempi di crisi?
“E’ una evoluzione necessaria – osserva invece l’ex ministro degli Esteri Frattini – Una giusta e logica correzione di rotta, non e’ una contraddizione. Molte delle categorie a cui facevamo riferimento nel ’94 sono a rischio povertà. Il mito della rivoluzione liberista deve fare i conti con gli errori della globalizzazione. Anche gli elettori di Trump sono piccoli artigiani…”. Per l’ex ministro degli Esteri “non si tratta di un tradimento del pensiero liberale: è aumentato il divario tra ricchi e poveri, giusto che la sanità la paghino i primi, io per esempio mi sono fatto un’assicurazione sanitaria che pago profumatamente”. Anche per il capogruppo azzurro al Senato, Paolo Romani, la svolta ‘sociale’ del Cavaliere è frutto di “una evoluzione naturale”. Piano casa, assegno per le mamme e per gli Erasmus, agevolazioni per l’acquisto di pannolini, moneta nazionale e tanto altro. Chi una volta verificava la fattibilità economica dell’agenda del Cavaliere ora sottolinea come la forbice tra le promesse e quello che effettivamente si delibera si sia notevolmente allargata. “Il piano di Berlusconi può valere anche 100 miliardi. E dove si prendono quei soldi?”, si chiedono alcuni protagonisti di quell’epoca.
Il più duro è Pera: “Quella di Berlusconi è una filosofia politica completamente diversa. Siamo allo Stato assistenziale, all’elemosina pubblica. Un cambiamento notevole, il segnale che quella storia è sepolta”. L’ex presidente del Senato da anni ha preso le distanze da Berlusconi, è diventato uno dei punti di riferimento di Verdini: “Questo liberalismo sociale non e’ condivisibile. E’ un modo per inseguire i 5 stelle e la destra di Salvini. Anzi, era il Movimento sociale che la pensava cosi'”. Sul banco degli accusati il progetto anti-povertà dell’ex premier: “Leggo queste proposte e mi viene tristezza. Certo, la società è cambiata. Si sono create più diseguaglianze ma con i sussidi non fai altro che crearne altre. E’ come cercare di voler creare posti di lavoro per legge”. Per Pera quindi il reddito di cittadinanza “o come lo si vuole chiamare non funziona. Non si può fare, è una ricetta sbagliata, determini semplicemente altri disoccupati. In Inghilterra hanno lo stato sociale e ora c’è chi non fa più nulla”. Pera si fece carico dell’elaborazione politico-culturale del progetto berlusconiano.
Insieme a Urbani, che ora si lascia andare ai ricordi: “Prima di stilare il programma facemmo fare una ricerca demoscopica a una casa francese. Costò un sacco di soldi ma ne valse la pena. Ora siamo nel buio totale. Questi sondaggi non prevedono domande di controllo, è tutto così superficiale, grossolano”. La tesi è che “il Cavaliere rischia di prendere un granchio. L’elettorato di centrodestra è come la società liquida di Bauman”. Ovvero “c’è confusione”, Forza Italia “è ormai un vaso di coccio, non sa a chi guardare”, il centrodestra “ha bisogno di fare chiarezza al proprio interno”. Il programma ‘sociale’ di Berlusconi? “Auguri. Vedo un’enorme superficialità della materia che maneggiano”. Per Urbani, Pera e Martino le uniche leve devono essere il fisco e il taglio della spesa pubblica improduttiva. “Ma si può mettere i poveri contro i ricchi? Questo non è più liberalismo”, taglia corto l’ex presidente del Senato.