Tensioni nel governo su manovra e Olimpiadi. Di Maio contro Tria
L’affondo del vice premier: “Ministro serio trova risorse”. Lega frena: saprà mediare
Legge di bilancio, Olimpiadi invernali del 2026, ricostruzione del ponte di Genova: sono i tre fronti apertissimi che tengono alta la tensione nel governo gialloverde. Il nodo in tutti e tre i casi è sempre quello delle risorse. Che sono poche e nelle mani del ministro dell’Economia, Giovanni Tria. A fronte dei due esuberanti vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, l’inquilino di via XX settembre, a più riprese, si è trovato a dover rassicurare Europa e mercati sul fatto che l’Italia rispetterà i vincoli di bilancio.
Per la verità, l’assalto a Tria arriva più dai 5 stelle: è stato Di Maio, in partenza per la Cina, ad attaccarlo senza mezzi termini. “Nessuno ha chiesto le dimissioni del ministro Tria – ha detto il super-ministro – ma chiedo che il ministro dell’Economia di un governo del cambiamento trovi i soldi per gli italiani che sono in grande difficoltà. Lo Stato non li può lasciare soli e un ministro serio deve trovare le risorse”. Parole che non trovano la sponda del Carroccio. Il leghista Alberto Bagnai usa toni decisamente più diplomatici: “Quella di Di Maio è una esigenza sacrosanta dopo 10 anni di crisi. Bisogna cominciare a dare respiro alle famiglie con il reddito più basso. Il ministro Tria sta facendo una mediazione tenica tra posizioni politiche. Ci sta che a volte queste posizioni siano accese”, dice il presidente della commissione Finanze del Senato.[irp]
Altra polemica nel governo sulla candidatura italiana alle Olimpiadi invernali del 2026. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il leghista Giancarlo Giorgetti, in audizione al Senato, ha messo una croce sopra alla candidatura a tre Torino-Milano-Cortina dicendo che “questa proposta non ha il sostegno del governo e come tale è morta qui”. Le divisioni in M5s, che con Chiara Appendino amministra Torino, sono il principale indiziato del fallimento del piano a tre. Anche se Di Maio attacca il Coni: “Abbiamo purtroppo pagato l’atteggiamento del Coni che, nel tentativo di non scontentare nessuno, non ha avuto il coraggio di prendere una decisione chiara sin dall’inizio, creando una situazione insostenibile in cui come al solito si sarebbero sprecati soldi dello Stato. A questo punto chi vorrà concorrere dovrà provvedere con risorse proprie”.[irp]
Giovanni Malagò, uscendo dall’incontro con Giorgetti a palazzo Chigi, lo ignora: “Mi è dispiaciuto leggere le dichiarazioni di Di Maio” ma “il nostro referente è Giorgetti e se chiedete a lui vi dirà che il Coni è stato determinato”. In serata però è Stefano Buffagni, il pentastellato sottosegretario agli Affari regionali, a condividere su Facebook il piano b lanciato dai governatori di Lombardia e Veneto, i leghisti Attilio Fontana e Luca Zaia: una candidatura di Milano e Cortina. “Andiamo avanti con Milano e Cortina! Come dice il motto olimpico: ‘Citius! Altius! Fortius!’ – Più veloce! Più in alto! Più forte! Superiamo le difficoltà e remiamo insieme per regalare al Paese un appuntamento importante: ben vengano i giochi olimpici, realizzati senza sprechi e con i soldi degli sponsor, evitando le solite cattedrali nel deserto, con una legge anticorruzione ben fatta e approvata dal Parlamento”, dice Buffagni. Giorgetti fa sapere che il governo non ostacolerà la proposta dei governatori leghisti.[irp]
Un nodo risorse esiste anche sul dossier della ricostruzione del ponte di Genova anche se l’incontro a Palazzo Chigi con il governatore ligure Giovanni Toti e il sindaco Marco Bucci è stato definito dai presenti “costruttivo” e “collaborativo”. Al tavolo c’erano Conte, Di Maio e Salvini, il sottosegretario Giorgetti, il viceministro Rixi e il capo della Protezione Civile Borrelli. Il decreto approvato giovedì scorso dal Cdm è stato limato, ridimensionata la figura del commissario straordinario che sarà solo perla demolizione e la ricostruzione del ponte. Lo affiancherà il commissario per l’emergenza che si occuperà della gestione di tutte le attività della città, di aiuto alle imprese, aiuto alla portualità, alla viabilità che restano in capo agli enti locali.[irp]
“Passi avanti”, dice Toti anche se la partita con il Mef e il Mise sulle risorse è tutta aperta. “Noi – aggiunge – abbiamo chiesto molte cose, vedremo quello che rientra nei piani di finanza pubblica come compatibilità”. E non è cosa semplice alla vigilia della presentazione della legge di bilancio con un Tria già assediato dalle richieste dei due azionisti di maggioranza. Un ruolo decisivo di mediazione politica per forza di cosa dovrà giocarlo il premier Conte che in queste ore è stato impegnato però su un altro dossier: il vertice informale di Salisburgo che si terrà giovedì tra i 28 leader europei. Sul tavolo la Brexit e la questione migranti.