I poliziotti del commissariato di Monza hanno eseguito ieri mattina un’ordinanza di misura cautelare in carcere per 23 persone e agli arresti domiciliari per altre 4, accusate a vario titolo di tentato omicidio, traffico di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, rapina, estorsione e detenzione e porto abusivo di armi. Contestualmente, sono stati eseguiti anche undici decreti di perquisizione è in totale sono stati sequestrati 140mila euro. Complessivamente, le persone indagate sono quaranta, dei quali 19 italiani, 16 albanesi, due romeni, un algerino, un marocchino e una donna polacca. I provvedimenti cautelari sono il risultato dell’indagine denominata “Velarium” che è stata condotta dagli investigatori del commissariato di Monza dopo il tentato omicidio di un cittadino albanese, avvenuto il 25 settembre 2015 in un bar della periferia del capoluogo brianzolo. L’inchiesta è stata chiusa nel luglio 2016. Dopo aver individuato gli autori del ferimento (due suoi connazionali rivali nella traffico di droga), gli investigatori hanno scoperto la “piramide dello spaccio” tra Monza, Brugherio e Lissone (300 cessioni di droga accertate ad oltre 150 clienti) e accertato la responsabilità di sei giovani di Nova Milanese nello spaccio, e di altri due giovani italiani e una coppia romena coinvolti nel traffico di armi. In particolare, l’attività investigativa ha portato i poliziotti a identificare anche un’intera famiglia di albanesi (padre, madre e figlio) residente a Monza da anni, attiva nel rifornimento di droga per altri spacciatori. In famiglia ogni componente aveva assegnato un compito: il padre trattava i grossi rifornimenti ed il figlio le cessioni ad altri spacciatori. La madre, infine, si occupava della “copertura”, facendo sparire la droga ad ogni minimo sospetto e controllando che nella strada sotto casa non fossero appostati poliziotti in borghese con la scusa di portare a passeggio il cane. L’operazione è stata eseguita in collaborazione con la Questura di Milano, il Reparto prevenzione crimine della Lombardia, le Questure di Bergamo, Mantova, Asti e Messina e con l’ausilio di squadre cinofile e della polizia Scientifica.