I soccorritori continuano a lavorare per cercare di ritrovare superstiti sotto le macerie in Messico. finora sono almeno più di 200 i morti per il terremoto di magnitudo 7,1 della scala Richter che ha colpito il Messico, devastando la capitale e le regioni circostanti. Si teme che il bilancio finale possa arrivare fino a mille vittime, come ha stimato l’agenzia americana Usgs. In particolare, la scossa ha raso al suolo una scuola elementare a Coapa, a sud-est di Citta’ del Messico, provocando la morte di “26 piccoli studenti, oltre a 4 maestre” come fa sapere il periodico El Universal, riportando le parole del sottosegretario all’istruzione Javier Treviño. Sotto le macerie sono ancora intrappolati almeno una trentina tra bambini e insegnanti. Ma si teme che le cifre siano a rialzo. Mentre si scava tra le macerie alla ricerca dei superstiti, quasi quattro milioni e mezzo di persone sono senza elettricita’. Migliaia di persone terrorizzate, poco dopo le 13 di ieri, si sono riversate in strada per sfuggire agli edifici che si sgretolavano, solo 12 giorni dopo il sisma 8.2 che ha ucciso 98 persone e proprio in occasione del 32esimo anniversario del devastante terremoto, uno dei peggiori del Novecento, che il 19 settembre del 1985 in Messico ha provocato 10.000 vittime. L’epicentro e’ stato nella regione Morelos, a circa 160 chilometri da Citta’ del Messico. Soccorritori e volontari stanno lavorando senza sosta per estrarre le vittime dalle macerie. “E’ emergenza nazionale”, ha dichiarato il presidente del Messico Enrique Pena Nieto, attivando anche i militari per i soccorsi. “La priorità in questo momento è continuare a cercare chi è rimasto sotto le macerie e curare i feriti -ha aggiunto -. Entro il possibile, la popolazione rimanga nelle proprie case, se sono al sicuro, evitando di intasare le strade dove devono passare i mezzi d’emergenza. Purtroppo ha concluso il presidente messicano – molte persone hanno perso la vita, compresi bambine e bambini, in scuole ed edifici”.
E proprio le scuole, in particolare, sono state chiuse a Citta’ del Messico e negli stati di Puebla e Guerrero. L’aeroporto della capitale, inizialmente chiuso, e’ stato riaperto solo in serata e sembra non vi siano stati registrati danni. Negli ospedali a rischio crollo sono state ordinate evacuazioni. Il presidente Pena Nieto ha invitato la popolazione alla calma e, per chi ha un’abitazione sicura, a restare in casa per non intasare le strade percorse dai mezzi di soccorso. “Dio benedica il popolo di Città del Messico, noi siamo con voi e saremo lì per voi”. Così Donald Trump, con un tweet, ha espresso la sua solidarietà ed offerto aiuto al Messico. In questi mesi, come è noto, si sono state tensioni tra l’amministrazione Trump e il governo messicano a causa del progetto del presidente di costruire un Muro sul confine meridionale degli Stati Uniti per fermare il flusso dei migranti. Anche Barack Obama ha mandato un messaggio ed “un abbraccio” ai messicani, ed agli “amici messicano-americani”, con un tweet scritto anche in spagnolo: “questa notte penso ai nostri vicini in Messico ed ai nostri amici messicano-americani, state al sicuro ed un forte abbraccio a tutti”. Papa Francesco ha lanciato un invito ad aiutare il Paese: “In questo momento di dolore chiedo di manifestare solidarieta’ a tutta la popolazione messicana”, ha dichiarato durante l’udienza generale, invitando a pregare “per le vittime, i feriti e i familiari, e per quanti stanno portando soccorsi”. Un pensiero “al Paese amico colpito dal terremoto” e’ stato rivolto anche dal premier, Paolo Gentiloni: “Italia vicina alle vittime e pronta a aiutare nei soccorsi”. Messaggi di solidarieta’ sono arrivati da tutti i leader sudamericani, a partire dal venezuelano Nicolas Maduro, dal presidente di El Salvador, Salvador Sanchez e dal presidente dell’Honduras, Juan Orlando Hernandez. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha augurato ai feriti e al Paese una veloce ripresa. Il terremoto sembra che abbia provocato anche un’eruzione del vulcano Popocatepetl, nella regione di Puebla, causando la morte di 15 persone, secondo il governatore Jose Antonio Gali. Si tratta del vulcano piu’ attivo del Messico: l’ultima eruzione risaliva al luglio.