Nuovo terremoto scuote lo sport italiano, Sabelli lascia dopo nove mesi

Il manager della neonata Sport e Salute ci scontra con il ministro Spatafora

Rocco Sabelli

A dodici mesi dalla rivoluzione voluta e imposta dal governo gialloverde, un nuovo terremoto scuote lo sport italiano. Rocco Sabelli, il manager scelto dall’ex sottosegretario Giorgetti per guidare la neonata Sport e Salute, ha deciso di lasciare il proprio incarico dopo nemmeno nove mesi. Il motivo, spiegato a chiare lettere e con toni forti dal presidente e amministratore delegato della nuova societa’, va individuato nella diversa visione della riforma dello sport rispetto al responsabile del nuovo Esecutivo, il ministro Vincenzo Spadafora, profondamente convinto della necessita’ di modificare l’assetto societario di Sport e Salute per non concentrare tutto il potere nelle mani di una sola persona. Da qui e’ nata la proposta inserita dal Governo nell’art. 29 del decreto “Milleproroghe”, con l’allargamento del cda da tre a cinque membri e soprattutto lo sdoppiamento delle cariche di amministratore delegato (nominato sempre dal delegato dell’Esecutivo allo sport) e presidente, scelto dal MEF, ministero che peraltro detiene al 100 per cento la Sport e Salute.

Un riassetto “democratico” dello sport italiano che, secondo Sabelli, “prefigura il venire meno di uno dei presupposti fondamentali che mi avevano indotto a offrire al Governo la mia disponibilita’ a guidare la societa’”. Cosi’, in una lettera, il manager ha comunicato al ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri le proprie dimissioni, riservando poi parole molto dure nei confronti del ministro dello Sport Spadafora, accusato di aver proposto le modifiche della governance della societa’ anche per “una sintonia mai nata e, credo, difficilmente possibile in futuro per evidenti e sperimentate diversita’ di cultura, linguaggio e metodi”. Sabelli lascia l’incarico, dunque, senza essere riuscito a introdurre le novita’ poste dal passato Governo alla base della riforma, quell’inclinazione allo sport per tutti “rinviata” dallo stesso presidente di Sport e Salute al 2021 per non destabilizzare lo sport italiano nell’anno olimpico.

Ora la palla passa a Spadafora, che soltanto pochi giorni fa aveva invitato proprio Sabelli a collaborare con il Comitato olimpico nazionale, come mai e’ successo in questi nove mesi di gestione della nuova Sport e Salute. Impegnato nella correzione delle criticita’ lasciate in eredita’ dal vecchio Governo, a partire da una legge delega per la riforma dello sport che tanti dubbi aveva sollevato nel Comitato olimpico internazionale mettendo addirittura a rischio sanzioni il Coni, Spadafora ha incassato le dure accuse di Sabelli senza replicare, guardando invece avanti con fiducia: “Ho appreso delle dimissioni comunicate dall’ingegner Sabelli e lo ringrazio per il lavoro svolto quale Presidente ed Amministratore Delegato di Sport e Salute Spa – ha dichiarato il ministro in una nota – Andremo avanti con equilibrio, condivisione ed efficacia, per portare a termine gli impegni finora assunti e proseguire nel lavoro di attuazione della riforma dello Sport”.