Terrore e amore: “Nei matrimoni Isis la dote è una cintura esplosiva”

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Cinture esplosive e kalashinkov come dote di matrimonio: è quanto emerge da contratti di nozze che portano il sigillo dello Stato Islamico (Isis) nella città di Sirte, ormai ex capitale libica del Califfato nero, trovati nella sede di un tribunale della Shariya dalle forze che fanno capo al governo d’Accordo Nazionale che hanno liberato la città. Oggi il portale libico “al Wasat” pubblica copie di alcuni di questi documenti che portano il sigillo e la firma di un “giudice della Shariya” dell’organizzazione. In uno di questi documenti chiamati “Contratto di Fornicazione”, risulta che un jihadista di nome Abu Mansour al Tunisi (“Il tunisino”) si sposa con una donna nigeriana di nome Miriam con la scritta “Cintura esplosiva” nella casella della “dote posticipata”, termine con il quale la giurisprudenza islamica vuole indicare la somma di danaro che il marito deve corrispondere alla moglie in caso di divorzio. Da precisare che la casella destinata alla “dote anticipata”, risulta vuota. In un secondo contratto di nozze, un jihadista di nazionalità del Mali, Abu Saeed al Mali, si impegna dare “un fucile kalashinkov” in caso di ripudio della sua sposa Fatima, anche lei nigeriana che risulta “già moglie di un precedente marito”. Tra le altre curiosità trovate in questi “contratti di fornicazione”, anche un “testimone di nozze” indicato con il nome “Abu Islam”, che però svolge questo ruolo perché “incaricato dal Sultano”, dove con questo termine si vuole indicare probabilmente “l’emiro” di Sirte dell’organizzazione terroristica.