Sette italiani su dieci hanno paura di un attacco terroristico nel nostro Paese. Dopo le stragi di Manchester, Berlino, Nizza e Parigi, rivendicate dall’Isis il rischio attentati anche in Italia è percepito come un’eventualità molto concreta. Secondo la rilevazione effettuata dall’istituto diretto da Natascia Turato, all’indomani dell’attacco nella città inglese, 72 su 100 hanno paura di un attentato in Italia. L’analisi effettuata dall’istituto di ricerca da settembre 2015 a oggi, rileva che il momento più drammatico si è raggiunto dopo la strage di Parigi nel novembre 2015, quando addirittura l’82% degli intervistati confessava di avere il terrore di un attacco. Da allora la “curva della paura” è rimasta sempre molto elevata, con punte massime in concomitanza degli attentati di Nizza e Berlino. Spiega Natascia Turato: “E’ come se ci fossimo “abituati” a vivere con il rischio attentati. Una certa ansia ci coglie che si traduce in maggiore attenzione ed in un pensiero, un disagio che avvertiamo soprattutto quando siamo in luoghi affollati, in stazioni, in aeroporti, anche se questo non ci impedisce da vivere la nostra vita”. La maggioranza della popolazione però crede che chiudere le frontiere non sia la soluzione per sconfiggere l’Isis. Lo pensa il 42,6% secondo Index Research, il 5% in più rispetto a novembre 2015. Il 17,1% invece ritiene sia necessario chiudere i confini nazionali: una percentuale più bassa di quasi due punti rispetto a quella registrata nel novembre 2015.