Una immensa ricchezza guadagnata senza essersela sudata ed aver lavorato duro può essere controproducente per i figli. La pensava così Philip Seymour Hoffman, morto per overdose a soli 46 anni, che ha escluso dal testamento i figli Cooper, Tallulah e Wilda, tra i sei e gli undici anni, lasciando tutto (un patrimonio di circa 35 milioni di dollari) alla moglie Marianne O’Donnell.
L’erede del premio oscar per Truman Capote, però, dovrà fare i conti con il fisco americano che potrebbe sottrarre dal patrimonio almeno 15 milioni di dollari perché l’attore non era sposato e quindi, si sommerebbe una seconda aliquota alla normale tassa di successione. Per i figli nel lascito testamentario reso noto dal New York Post solo la disposizione che debbano crescere a New York, Chicago o san Francisco, città ricche di stimoli culturali e personali. Stando alle dichiarazioni rese dal commercialista, Hoffman era conscio dei rischi che correva con lo Stato americano ma è stato sempre fedele ai suoi principi rinunciando di sposare la moglie così come a quello di non volere figli viziati perché già ricchi senza aver sudato il guadagno. Un timore condiviso anche da altri personaggi famosi come Bill Gates o Sting che, per loro ammissione, non lasceranno il proprio patrimonio in eredità ai figli.