“The place”, Mastandrea l’uomo misterioso che spinge a guardarsi
Dal 9 novembre al cinema il nuovo film di Paolo Genovese
E’ seduto giorno e notte ad un tavolo di un bar, riceve persone con desideri apparentemente impossibili e risponde: “Si può fare”. Il personaggio che Valerio Mastandrea interpreta nel nuovo film di Paolo Genovese, “The place”, è misterioso, a tratti inquietante, ma forse è solo lo specchio della coscienza di ognuno di noi. Ai personaggi interpretati da Marco Giallini, Alba Rohrwacher, Vittoria Puccini, Rocco Papaleo, Silvio Muccino, Silvia D’Amico, Vinicio Marchioni, Alessandro Borghi, Giulia Lazzarini, chiede fino a dove sono disposti a spingersi per ottenere quello che vogliono. “Ognuno sceglie, da solo, poi magari può anche confrontarsi con gli altri, condividere, però, insomma, la scelta individuale rimane uno dei passi fondamentali per la propria evoluzione. Se uno ha il coraggio anche di andare dentro le proprie paure più profonde, è molto più doloroso, molto più difficile, quasi impossibile, però quando raschi il fondo del barile puoi sempre prendere lo slancio per riuscire”.
In “Perfetti sconosciuti” Genovese spingeva ognuno di noi ad interrogarci sulle persone che ci circondano, in “The place” invita a guardare in faccia il nostro lato oscuro. Due dei protagonisti, Silvio Muccino e Vittoria Puccini, la pensano così. “Il lato oscuro non è altro che una bomba ad orologeria che tutti abbiamo dentro. Alcuni lo chiamano lato distruttivo, altri lo chiamano fragilità: è una bomba innescata che abbiamo. Non guardarla vuol dire vivere in attesa che quella bomba prima o poi esploda”. “A volte non ti conosci, desideri qualcosa, e poi nel percorso che fai per cercare di ottenerla scopri che magari quel qualcosa non è giusto per te, che dietro quel qualcosa si nasconde un’insidia, una minaccia, e questo lo capisci poi solo attraverso un percorso di maturità in cui veramente ti sei arrivato a guardare dentro e in cui veramente hai svelato a te stesso anche quelle che sono i tuoi lati più oscuri”.