L’acciaio “verde”, prodotto con altiforni alimentati a idrogeno, ha un grande futuro nell’economia europea e mondiale, al contrario dell’attuale acciaio “grigio”, basato sull’energia fossile, e potrebbe fare moltissimo per l’Italia e in particolare per la città di Taranto, sede degli impianti dell’ex Ilva, se fossero fra i primi a produrlo. Lo ha detto, durante una conferenza stampa oggi a Bruxelles il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Frans Timmermans, responsabile per il “Green Deal”, rispondendo alle domande di un giornalista. Alla Commissione, ha affermato “siamo estremamente entusiasti dell’Alleanza per l’idrogeno”, un iniziativa che mira a sviluppare una vera e propria “economia dell’idrogeno”. “Nel 2024, che è dietro l’angolo – ha previsto -, avremmo 6 gigawatt di elettrolizzatori, e forse di più, perché questa tendenza sta diventando sempre più rapida”. Gli elettrolizzatori permettono di produrre idrogeno a partire da acqua ed elettricità.
“Poco più di un anno fa questa era una nicchia, adesso tutti in Europa ne parlano”. L’idrogeno, ha continuato Timmermans, “viene visto come uno degli elementi fondamentali per la creazione di risorse energetiche sostenibili e lo stoccaggio di energie rinnovabili, utilizzando e adattando l’infrastruttura esistente come ‘carbon neutral facilities’. Recentemente c’è stato un annuncio del governo francese: ha detto che farà parte delle discussioni franco-tedesche. L’idrogeno – ha osservato – è davvero partito come un razzo”. Poi, Timmermans, rivolto ai giornalisti, ha aggiunto: “Guardate l’Italia; l’ho già detto altre volte: conosco la città di Taranto. So che ha due anime, per citare Goethe: ha l’attività economica necessaria da una parte, e dall’altra ha la devastazione dell’ambiente provocata da questa attività economica. Immaginatevi di riuscire a risolvere questo dilemma, portando a Taranto l’acciaio verde. Immaginate di poter creare un ambiente naturale molto sano, insieme a un ambiente economico molto sano”.
“Sì certo, questo non avverrà domani”, ha riconosciuto Timmermans; perché la produzione di acciaio verde è ancora in fase sperimentale, in impianti piloti, e costa per ora molto di più della produzione “grigia”. E allora, ha proseguito il vicepresidente della Commissione, “le autorità nazionali, insieme a noi e insieme al settore dell’acciaio, dovranno vedere come portare il settore siderurgico a quel punto”, alla produzione verde, “utilizzando o rafforzando i nostri investimenti nello sviluppo delle tecnologie, utilizzando il tempo anche per per sviluppare la tecnologia”, e nel frattempo “aiutando il settore dell’acciaio a superare le difficoltà dei primi due anni, proteggendolo da una concorrenza sleale da parte di altre regioni del mondo, in modo da stabilire condizioni di parità. E sì, certo, dovremmo investire anche fondi pubblici in questo periodo transitorio”.
“Io non mi posso immaginare – ha osservato ancora Timmermans – un’economia e un industria Europea senza acciaio. Ma non penso che l’acciaio grigio abbia un futuro; l’acciaio verde invece sì – ha sottolineato -, contribuirà a cambiare il tessuto d’acciaio dell’economia mondiale. E quando l’acciaio verde comincerà a essere prodotto, tutti lo vorranno nel mondo. E se gli italiani saranno i primi ad introdurlo sono sicuro che ne avranno benefici economici enormi. Immaginate in Italia – ha concluso Timmermans – che cosa questo potrebbe fare per Taranto”. askanews