Doveva essere al cinema con “Ritorno al crimine” di Massimiliano Bruno con Marco Giallini, Alessandro Gassmann, Edoardo Leo, rimandato a data da destinarsi a causa del coronavirus. In isolamento forzato come tutti, Gian Marco Tognazzi vive così la sua quarantena a Velletri, in campagna. “La vivo come tutti, ma avendo scelto 15 anni fa di venire a vivere in campagna in questo momento mi sento in una condizione privilegiata, abbiamo uno spazio esterno, siamo abbastanza isolati e viviamo l isolamento sicuramente meglio di chi sta in 30-40 metri quadri e magari non ha neanche un terrazzo”.
Tognazzi è anche su RaiPlay con la serie “Passeggeri Notturni” tratta dalle raccolte di Gianrico Carofiglio, sul tema della violenza sulle donne, con protagonista Claudio Gioè, che diventa anche un film a capitoli su Rai3 il 3 aprile in prima serata. La tv in questo momento ha un ruolo educativo importante. “Non ci manca certo il ‘magazzino’, ma è anche un momento in cui in tv si possono dedicare retrospettive e riscoprire il cinema del passato arrivato magari con difficoltà alle generazioni successive; al di là della tragedia ci sono comunque delle possibilità di riappropriarci delle cose che ci piacciono, io ad esempio essendo un ‘archiviatore’ sono tornato ad archiviare i VHS, ormai un supporto obsoleto, e li sto trasformando in file”.
Sul coronavirus per Tognazzi c’è urgenza di trovare subito una metodologia di censimento, magari attraverso test rapidi. “Chi ci gestisce deve trovare il modo di fare un censimento e determinare chi è postivo e negativo, e chi pian piano potrà tornare, anche per la sicurezza degli altri, a fare il proprio lavoro, almeno così anche il Paese potrà riprendersi, se continuiamo a restare nel dubbio mentre c è gente che inconsapevolmente contagia gli altri la ruota non si fermerà mai e i tempi rischiano di diventare incalcolabili”.
Poi, probabilmente, ci sarà bisogno di temi leggeri al cinema e in tv. “Sicuramente ci sarà una tematica che verrà trattata da cinema e tv anche su quello che stiamo vivendo, magari non subito, bisognerà decongestionarci da questo isolamento forzato, la gente avrà bisogno di evadere, lo spero, soprattutto chi si è attenuto alle regole da subito; ma se anche davanti a una richiesta semplice come lo stare a casa ci sono volute settimane, è chiaro che una piccola parte della popolazione che già non capiva questo messaggio difficilmente trarrà qualcosa di positivo o un insegnamento da questa esperienza”.