Tokyo 2020, il quattro senza azzurro: “Una medaglia per Rosetti”
Una finale tormentatissima con la sostituzione a poche ore dalla finale
Il quattro senza azzurro si conferma bronzo Olimpico dopo la medaglia conquistata a Rio de Janeiro. Una finale tormentatissima con la sostituzione di Rosetti (positivo al Covid) con Di Costanzo a poche ore dalla finale. “Stamani stavo scendendo per fare colazione, ero l`ultimo del gruppo, e noto subito fermento – racconta il capovoga Giuseppe Vicino – Non faccio in tempo ad avvicinarmi che vengo subito bloccato da Nicola Pucci, il dottore, che mi dice di non muovermi. Il primo pensiero è stato subito di avere il Covid, poi subito dopo mi viene riferita la positività di Bruno, e la notizia comunque non era delle migliori. È calato il gelo, poi in un freddo mutismo ho iniziato a concentrarmi su cosa sarebbe successo da quel momento in poi, nell`incertezza più totale. Il primo pensiero è andato a Bruno, ma poi ho resettato subito al momento in cui ho saputo che in barca con noi sarebbe montato Marco. Da quel momento, per me è stato come se Marco fosse stato in barca con noi sin dall`inizio, e subito gli ho detto che dovevamo andare a prenderci la medaglia. Lo abbiamo fatto, e poteva andare meglio così come però poteva andare anche peggio. Abbiamo vinto contro il Covid, e non solo, visti gli attimi finali della gara. Il campo era difficile da gestire, soffiava un forte vento laterale a favore e dall`inizio mi sono concentrato come non mai a guardare solo le boe per non avere problemi di direzione. Gli ultimi 200 metri poi sono stati stupendi ed è arrivato questo bronzo comunque straordinario per il nostro percorso. Un ringraziamento va alle Fiamme Gialle, la mia società,e al CRV Italia dove sono nato agonisticamente”.
Matteo Lodo (numero due – Fiamme Gialle): “Per come era iniziata la giornata, questa medaglia ha un buon sapore, ma c`è comunque dell`amaro. Non so se poteva diventare d`oro, ma sicuramente era d`argento, se non ci fosse stata quella invasione da parte della Gran Bretagna, dalla quale ci siamo salvati per miracolo. Non so cosa gli sia successo, tra noi atleti c`è sempre molto rispetto, ma è difficile pensare che, trovandosi in difficoltà, non abbiano giocato sporco, perché non ho mai visto un quattro senza a questi livelli invadere una corsia vicina in tre colpi. Per questo dico che probabilmente questo bronzo è un argento perso. Abbiamo fatto il massimo, dato tutto ciò che si è verificato prima e durante la gara, ma forse meritavamo di meglio, e gli 84 centesimi che ci separano dall`oro sono lì a testimoniarlo. È comunque un grande risultato, che per me non era scontato. Adesso possiamo dirlo, ho sofferto di problemi alla schiena alla fine del raduno, sono rimasto 10 giorni bloccato e ho ripreso a uscire in barca qui a Tokyo. Ho passato brutti momenti, temevo di non farcela, e devo ringraziare il CONI, la Federazione e le Fiamme Gialle per aver fatto di tutto per farmi riprendere fisicamente, oltre alla mia fidanzata – cui dedico questa medaglia – la mia famiglia e i miei amici, che in quei giorni mi sono stati molto vicini. Mi sono rimesso in piedi e sono arrivato qui. Non è arrivato l`oro? Vero, ma non è finita qui, Parigi 2024 dopotutto dista appena tre anni, quindi ci sarà modo di rifarsi. Poi staremo a vedere cosa succederà”.
Marco Di Costanzo (numero tre – Fiamme Oro): “Dopo questa medaglia, un abbraccio va a Bruno, e un altro ancora più grande va a Giovanni. Probabilmente ho qualche santo in paradiso, sono un predestinato, si vede che dovevo avere questa occasione. È stata una mattina di grandi emozioni. Mi ha svegliato una telefonata di Andrea Coppola alle 6 per dirmi di prepararmi ad una finale olimpica. Ho mantenuto la freddezza necessaria, ma ero davvero eccitato all`idea di salire in barca con questi ragazzi straordinari. Venendo alla gara, in partenza non eravamo da subito nelle prime posizioni, ma è stato a metà percorso che ho capito che ce la avremmo fatta. È lì che mi sono sentito di avere la medaglia in tasca, eravamo entrati in un giro troppo veloce, la barca andava e non c`era niente che potesse buttarci giù dal podio, dovevamo solo giocarci il colore della medaglia. Alla fine il colore è quello del bronzo per via della collisione con la Gran Bretagna, ma comunque ora sono contento così. Sento di aver preso il 100% di ciò per il quale ho sudato negli ultimi anni, in Nazionale così come nelle Fiamme Oro che ringrazio per il costante supporto, e per cui ero venuto qui a gareggiare”.
Matteo Castaldo (numero quattro – Fiamme Oro/RYCC Savoia): “C`è un po` di rammarico, eravamo secondi e potevamo anche andare a prendere l`Australia, poi c`è stata l`invasione degli inglesi ed è stato bravissimo Matteo, con il cui remo hanno avuto contatto, a restare lucido e a far sì che la collisione influisse il meno possibile sulla nostra andatura, ma è stato in quei due colpi che abbiamo perso l`oro e l`argento. A pensare come si erano messe le cose stamani mi ritengo soddisfatto, ma poteva andare meglio. Però ci siamo presi questa medaglia con le palle, ci volevano quelle per arrivare a un tale risultato dopo che tre ore prima tutto era stato stravolto. Questa bellissima medaglia appartiene alla mia famiglia, a mia moglie e ai miei figli, loro mi hanno permesso di essere qui, e la dedico alle mie due società: le Fiamme Oro e il RYCC Savoia”.