Tomba del Cerbero: corpo inumato scoperto con il corredo funerario

Tomba del Cerbero: corpo inumato scoperto con il corredo funerario
23 luglio 2024

Le indagini archeologiche all’interno della Tomba del Cerbero a Giugliano, nel Napoletano, hanno recentemente rivelato nuove scoperte significative, gettando luce sul passato e arricchendo la nostra conoscenza del territorio flegreo nei pressi di Liternum. Durante le recenti operazioni, è stato rinvenuto un corpo inumato in posizione supina, accompagnato dal suo corredo, all’interno di una sepoltura curata. Gli archeologi ipotizzano che il defunto potesse appartenere alla famiglia che eresse il monumento funebre, probabilmente il capostipite.

Ritrovamento eccezionale

Il ritrovamento è avvenuto grazie a un intervento mirato coordinato dall’archeologa Simona Formola. Dopo un’ispezione con microcamera, è stato possibile aprire un varco nel sarcofago, rimasto sigillato per oltre 2000 anni, scoprendo una deposizione in ottimo stato di conservazione. Il corpo del defunto era coperto da un sudario mineralizzatosi, grazie alle particolari condizioni climatiche della camera funeraria, e circondato da elementi di corredo, tra cui unguentari e strigili. Questi elementi suggeriscono una particolare cura riservata all’inumato e corroborano l’ipotesi che possa trattarsi di una figura di rilievo all’interno della famiglia.

Sostegno del ministero della Cultura

Il proseguimento delle indagini e delle attività di restauro degli affreschi nella necropoli circostante è stato reso possibile grazie al finanziamento del Ministero della Cultura. Il ministro Gennaro Sangiuliano, che ha visitato il sito lo scorso novembre, ha dimostrato un notevole interesse per il progetto, facilitando l’ottenimento dei fondi necessari.

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Il soprintendente Mariano Nuzzo ha evidenziato l’importanza delle scoperte fatte finora: “La Tomba del Cerbero continua a fornire preziose informazioni sul territorio flegreo, ampliando la conoscenza del passato e offrendo opportunità per ricerche anche di carattere multidisciplinare”. Le analisi di laboratorio sui campioni prelevati in corrispondenza degli inumati e dei letti deposizionali hanno restituito una notevole quantità di dati riguardanti il trattamento del corpo dei defunti e il rituale funerario messo in atto. Il lavoro di squadra guidato dalla Soprintendenza ha visto la partecipazione di archeologi, tecnici, antropologi, paleobotanici e chimici, uniti nel comune obiettivo di interpretare i dati raccolti e svelare il sito nel tempo.

Studi in corso

Le analisi sui tessuti, curate da Margarita Gleba del laboratorio dell’Università degli Studi di Padova, sono attualmente in corso per determinare la struttura del filato, il tipo e la qualità, e trarre informazioni anche di carattere culturale e sociologico. Osservazioni al microscopio, condotte da Maria Rosaria Barone Lumaga del dipartimento di Biologia Vegetale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II – Real Orto Botanico di Napoli, hanno rivelato sostanze organiche presenti in alcuni contenitori.

Le analisi polliniche effettuate dall’archeobotanica Monica Stanzione in collaborazione con Marco Marchesini e Silvia Marvelli del Centro Agricoltura Ambiente “Giorgio Nicoli” suggeriscono che il corpo potrebbe essere stato trattato con creme a base di chenopodio e assenzio per una migliore conservazione. Le analisi del DNA degli individui, tuttora in corso, sono condotte dalla bio-antropologa Barbara Albanese in collaborazione con Pontus Skoglund, Thomas Booth e Sarah Johnston dello Skoglund Ancient Genomics Laboratory al Francis Crick Institute.

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Le scoperte nella Tomba del Cerbero rappresentano un passo significativo nella comprensione delle pratiche funerarie e delle dinamiche sociali del passato. Il proseguimento delle ricerche e delle attività di restauro promette di svelare ulteriori dettagli affascinanti, contribuendo a ricostruire la storia e la cultura dell’antico territorio flegreo.

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