Tonfo borse europee e impennata spread, iter lampo Def alle Camere
Oggi le commissioni parlamentari sentiranno Tria, rappresentanti di Bankitalia e Corte dei Conti
Dopo la “grave preoccupazione” espressa da Bruxelles, il tonfo delle borse europee e l’impennata dello spread, in Parlamento inizia oggi la discussione sulla Nota di aggiornamento del Def. Cinque le audizioni in programma. Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, sara’ sentito alle 10 dalle commissioni Bilancio della Camera e del Senato. Alle 11,30 sara’ il turno dei rappresentanti della Banca d’Italia, alle 12,45 dell’Istat, alle 14 della Corte dei Conti e alle 20,15 del presidente dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, Giuseppe Pisauro, che dovra’ rendere noto l’esito della validazione del nuovo quadro programmatico dei conti.
L’iter in Parlamento durera’ meno di tre giorni: giovedi’ il testo dovra’ essere approvato dalle Camere, insieme all’autorizzazione allo scostamento del piano di rientro dei conti pubblici. Ieri a Piazza Affari, la peggiore in Europa, l’indice Ftse Mib ha registrato una flessione del 2,43% e si sono “bruciati” poco meno di 15 miliardi di capitalizzazione. Lo spread ha sfiorato i 310 punti, il nuovo massimo da aprile 2013 per poi chiudere sui 307 punti. Il rendimento si e’ spinto fino al 3,626%, come non accadeva da febbraio 2014. Non si arresta intanto la ridda di dichiarazioni e di commenti sulla situazione economica del Paese e sul rapporto con la Commissione europea, che venerdi’ sera – nella risposta al titolare del Mef – aveva sottolineato la “deviazione significativa” decisa dall’Italia.
Critiche che il ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, respinge: “Siamo ragionevolmente convinti che la nostra politica sia corretta, cauta e per certi versi moderata”, ha detto incontrando la stampa estera, prevedendo che il Pil potra’ raggiungere il 2% nel 2019 e il 3% nel 2020. Intanto oggi Confcommercio ha rivisto al ribasso le sue stime, e per l’anno prossimo prevede un esile +1%. Il vicepremier M5s, Luigi Di Maio, si dice sicuro che l’Italia potra’ spiegare la bonta’ della Manovra ai mercati e all’Unione europea: “Non vogliamo uscire ne’ dall’euro ne’ dall’Unione europea. E’ chiaro ed evidente che la tendenza nazionale nostra e internazionale di tutti gli altri Paesi, europei e non, e’ quella di forze politiche emergenti che guadagnano sempre piu’ consenso. Noi ci dobbiamo restare e dobbiamo approfittare di questo momento storico per cambiarla”.
Matteo Salvini attacca invece gli speculatori: dietro la risalita dello spread – afferma il capo leghista – c’e’ una “manovra finanziaria di speculatori alla vecchia maniera” ma “chi pensa di speculare perde tempo e a nome del governo dico che non torneremo indietro”. Il presidente della Camera, Roberto Fico, dimostra ottimismo dopo l’incontro con il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici: “Si sente l’esigenza di abbassare i toni, i toni generali: uscire tutti – e lo dico da istituzione – dalle dichiarazioni mediatiche e entrare nella politica, perche’ nella politica ci sono margini di dialogo”.
Dalle opposizioni, Antonio Tajani, presidente del Parlamento Ue e vice presidente di Forza Italia chiede al governo “di fare marcia indietro, di fermarsi, prima che sia troppo tardi” perche’, spiega, “il problema non e’ Bruxelles o lo spread” ma “i conti degli italiani. Gia’ stanno aumentando i tassi variabili dei mutui e se aumenta il debito pubblico e le agenzie di rating decidono di declassare l’Italia anche di un solo gradino si spaventano tutti gli investitori”. Per Nicola Zingaretti, candidato alla segreteria del Pd, con la manovra il governo ha commesso un errore drammatico” perche’ “aumentando il debito senza alcun investimento sui fattori che possono spingere verso lavoro e produzione l’unico risultato che sta provocando e’ un aumento dell’indebitamento.Infine su twitter Matteo Renzi avverte: “Stanno scherzando col fuoco. E il conto lo pagheremo tutto, fino all’ultimo centesimo, noi cittadini italiani #ManovraDelPopolo”.