Un sottosegretario del governo indiano, accusato di molestie sessuali da una ventina di donne nel quadro del movimento #MeToo, ha dato oggi le sue dimissioni. “Stimo appropriato abbandonare le mie responsabilità per battermi contro le false accuse contro di me”, ha annunciato M. J. Akbar, veterano del giornalismo divenuto sottosegretario agli Esteri in un comunicato.
Fra i più noti giornalisti indiani, Akbar, 67 anni, è accusato di molestie sessuali ai danni di giovani giornaliste, secondo le testimonianze su Twitter. Prima donna a esprimersi pubblicamente contro M.J. Akbar, la giornalista Priya Ramani ha rivelato la settimana scorsa in un tweet divenuto virale che il dimissionario sottosegretario del governo del presidente Narendra Modi era il direttore anonimo da lei descritto in un suo articolo pubblicato l’anno scorso. Nel testo raccontava di come Akbar una ventina d’anni fa, lei 23 anni e lui 43, l’avesse convocata per un colloquio di lavoro nella sua camera di un elegante hotel di Mumbai.
“Lei come predatore sessuale ha lo stesso grande talento che dimostra nella scrittura”, scriveva la giornalista nell’articolo sottoforma di lettera aperta che ha riproposto su Twitter lunedì. “Lei è un esperto di telefonate e di sms osceni. Sa palpeggiare, tastare, pizzicare e aggredire. Parlare contro di lei costa ancora caro”, aggiungeva in questa lettera aperta che era stata pubblicata da Vogue India. L’ormai ex sottosegretario del presidente Narendra Modi, lo scorso week end ha detto che avrebbe sporto denuncia contro Priya Ramani.
Altre giornaliste hanno pubblicato su Twitter esperienze simili con Akbar che, prima di passare alla politica, aveva occupato posti di responsabilità in testate prestigiose come The Telegraph, Asian Age e The Sunday Guardian. Una collega, che ha preferito rimanere anonima, ha raccontato di aver rifiutato una offerta di lavoro di Akbar “dopo l’intervista in una camera d’hotel a cui seguì un invito per un drink”. La giornalista Prerna Singh Bindra ha detto che Akbar le “ha reso la vita un inferno al lavoro dopo che rifiutai le sue avance”.
Un anno dopo la sua comparsa negli Stati Uniti, la campagna femminista #MeToo aveva avuto ancora poca eco in India. Fino all’inizio di ottobre. Registi, comici, giornalisti, varie personalità del mondo dello spettacolo e dei media si sono visti accusare pubblicamente di comportamenti indecenti. E già ci sono state delle dimissioni eccellenti fra cui quelle del direttore del servizio politico del grande quotidiano Hindustan Times.