Torna il gelo tra Salvini e Di Maio, e scatta Conte per una tregua

Torna il gelo tra Salvini e Di Maio, e scatta Conte per una tregua
Luigi Di Maio, Giuseppe Conte e Matteo Salvini
5 aprile 2019

Evidentemente non mostra di essere scaramantico il premier Giuseppe Conte quando dice al ministro Giovanni Tria di “stare sereno”. Una frase che non porta fortuna, come ricorda Enrico Letta riferendosi alla sua uscita di scena da Palazzo Chigi dopo il messaggio rassicurante di Matteo Renzi. Scherzi a parte, tra Lega e M5s il clima resta tesissimo, dopo il Consiglio dei ministri di ieri sera ma anche l”assalto’ al ministro dell’Economia dei giorni scorsi. Anche oggi i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno continuato a punzecchiarsi a vicenda. Ambienti M5s hanno smentito che il capo politico, ieri, nel corso della seduta, abbia parlato di una Lega “abbagliata dal potere”. Ma che siano state queste o meno le sue parole, senza dubbio il rapporto tra le due forze è al punto più basso dall’inizio dell’esperienza di governo.

Ieri sera, al termine del Cdm, il Carroccio aveva chiesto “un cambio di passo” contro “troppi no e troppa lentezza”. Parole su cui Di Maio, oggi, non ha nascosto la sua irritazione: “Non posso accettare che ieri, dopo 4 ore in Consiglio dei ministri in cui abbiamo approvato con il Mef un decreto molto importante sulla crescita, escano dichiarazioni che dicono ‘non si blocchi il paese'”. Accusa dunque respinta al mittente, e anzi ribaltata. “Affrontiamo il momento con serietà e non con gli slogan”, ammonisce il ministro dello Sviluppo economico, sottolineando che “quando lavoriamo sulle cose concrete non ci batte nessuno”. Dunque è la Lega e non il M5s a fare propaganda secondo Di Maio che oggi s’è detto anche “preoccupato” per la “deriva di ultradestra” degli alleati europei del Carroccio.

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Salvini, dal canto suo, non sembra scomporsi ma risponde molto seccamente. “Non ho tempo da perdere in polemiche insesistenti. Bado ai fatti, fatemi lavorare”, taglia corto il titolare del Viminale. Però, precisa, “sicuramente chiediamo al governo una marcia in più, chiediamo dei sì, l’Italia ha bisogno di sì, di cantieri, di treni, di porti. L’Italia del no al mondo non piace, c’è bisogno di un governo che faccia bene e faccia in fretta”. In mezzo alla contesa tra i due c’è il premier Giuseppe Conte. Anche con lui Di Maio è irritato, perché convinto che non avrebbe difeso le posizioni dei pentastellati sul caso dei rimborsi ai risparmiatori. Lunedì Conte vedrà le associazioni dei ‘truffati’ per cercare di arrivare con una soluzione al Consiglio dei ministri di martedì.

Una seduta che si preannuncia particolarmente delicata, dato che dovrà anche dare via libera al Def. In Consiglio dei ministri “c’è stato un confronto sereno”, ha assicurato il premier. “Il ministro Giovanni Tria – ha detto ancora – deve stare sereno. Oggi è a Bucarest e si sta confrontando con i suoi omologhi serenamente”. Per Conte tra il Movimento 5 Stelle e la Lega “c’è normale dialettica politica”, ma “non bisogna pensare che da questo confronto dialettico, anche acceso, venga compromessa l’azione del governo”. Rassicurazioni a parole, per ora, che però nel Consiglio dei ministri devono diventare fatti, sotto forma di un accordo che soddisfi tutte le parti, per ricomporre una ferita che sanguina pericolosamente. askanews

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