I ragazzi de “La Compagnia del cigno” tornano dall’11 aprile su Rai1 in sei prime serate con la loro passione per la musica, i legami di amicizia, il rapporto complesso con il mondo degli adulti e il confronto con ben due maestri. In questa seconda stagione della serie, infatti, nel Conservatorio non ci sarà solo l’inflessibile Luca Marioni, interpretato da Alessio Boni, ma anche il suo ex amico e rivale in amore Teoman Kayà, direttore d’orchestra di fama mondiale interpretato dall’attore turco Mehmet Gunsur.
Il regista Ivan Cotroneo racconta: “All’inizio della seconda serie li troviamo alle prese con la maturità, e con il passaggio quindi nel mondo universitario del Conservatorio, il diploma più di adulti. Il tema della seconda poteva essere quanto questa amicizia poteva essere quanto questa amicizia, che sono le amicizie che abbiamo avuto tutti da ragazzi, resistono o possono esistere all’urto della vita. E quindi in qualche modo sia il mondo degli adulti che il mondo dei ragazzi verte sulla forza dell’amicizia e anche sulle possibili conseguenze del tradimento di un sentimento così forte”.
Gunsur, che abbiamo visto ne “Il bagno turco” di Ozpetek ed è protagonista ora della serie Netflix “The Gift”, interpreta un personaggio dark, che entra all’improvviso in quel mondo di Marioni e dei ragazzi, fatto di passioni e musica: “Mi piace molto, generalmente, a parte i giovani, ma generalmente, la gente che corre dietro le proprie passioni. E con i ragazzi era anche una cosa molto bella perché c’è questa musica che li unisce e in più hanno iniziato a recitare con questa serie, no? Quindi si vedeva che al ritorno erano tutti felicissimi, non vedevano l’ora di tornare, gli piaceva la storia, tutto quanto insomma”.
La prima serie de “La Compagnia del Cigno”, due anni fa, aveva ottenuto un enorme successo. I ragazzi sono tornati sul set dopo il lock down dello scorso anno, ma gli sceneggiatori hanno deciso di non fare cenno della pandemia. “Noi raccontiamo un universo aspirazionale, perfettamente calato nella realtà per quello che riguarda tutta una serie di temi e di problemi sociali, però avevamo il desiderio, forse anche un augurio, di raccontare le sale dove si studia, che sono quelle del conservatorio, piene, di raccontare le sale dove si tengono i concerti affollate, di raccontare un’orchestra che può liberamente convivere. Abbiamo deciso quindi di raccontare non la cronaca di questi giorni ma, speriamo, del nostro prossimo autunno, appena possibile” conclude Cotroneo.