Torna la penale per chi cambia operatore telefonico

Legge Bersani addio. L’utente torna a pagare tutto a caro prezzo. Un’amarissima sorpresa nascosta nel decreto concorrenza varato dal governo Renzi. Cambiare operatore tornerà a costare. Prima di passare da un marchio all’altro per godere di offerte più convenienti, ora, ci si dovrà pensare a lungo. Nel testo approvato venerdì 20 febbraio nel corso del Cdm viene spiegato: “Nel caso di risoluzione anticipata, l’eventuale penale deve essere equa e proporzionata al valore del contratto e alla durata residua della promozione offerta”. In sostanza torna la penale che la legge Bersani aveva eliminato. Secondo le novità introdotte, l’utente che cambierà operatore dovrà pagare una penale alla società con la quale disdice il contratto. L’importo verrà determinato dai restanti mesi e da quanto era stato pattuito in sede di stipula.

Quanto ci costa. Una stima del salasso la effettua il responsabile dei rapporti istituzionali per Altroconsumo, Marco Pierani, che spiega al Corriere dalla Sera: “Così facendo l’operatore può far pesare sulla fine anticipata del contratto, che non può essere superiore a 24 mesi, l’investimento in marketing per promuovere l’offerta”. Si rischierà di andare oltre al centinaio di euro. Un doppio passo indietro, considerando che aspettavamo addirittura un limite concreto all’entità dei costi di disattivazione”.

A chi si applica. La tassa reintrodotta da Renzi potrebbe riguardare una platea molto ampia. Si pensi infatti che per circa il 20% delle Sim sul mercato il contratto stipulato cessa anzitempo. Stando all’ultimo dato trimestrale diffuso da Agcom, a fine settembe le linee trasferite hanno superato i 74 milioni di euro.

Pubblicato da
redazione